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LEBANON regia di Samuel Maoz

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denial     7½ / 10  26/09/2010 18:22:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La questione arabo-palestinese non è un argomento semplice da toccare. Spesso, al riguardo, le prese di posizione sono troppo forti per poter lasciare il campo agli interventi discordanti. Eppure, nonostante queste difficoltà, è giusto che se ne parli, che si cerchi il confronto attraverso il dialogo. Samuel Maoz ci prova attraverso le immagini. Il regista israeliano decide di fare i conti con questa difficile questione, riproponendolo nella drammaticità del conflitto libanese del 1982, validissimo nondimeno anche in relazioni a situazioni più recenti che riguardano l'intero mondo arabo palestinese. Lo fa portandoci letteralmente dentro un tank israeliano che percorre le vie di una città libanese. All'interno del tank quattro giovani soldati, si suppone perfettamente addestrati ai loro compiti ma del tutto impreparati alle atrocità di una guerra che non si può capire fino in fondo e in cui il confine tra la propria salvezza e l'arroganza del più potente è labile e fragile, come una giovane madre, inerme che chiede pietà e conforto ma la cui disperazione attiva processi di dubbi e paure. Paure che hanno facile presa nelle ansie dei giovani soldati abbandonati a loro stessi, senza più ordini dai superiori, se non quello di portare a casa la pelle.
Lo schermo fatica, ma realizza appieno il senso di ansia e claustrofobia che l'interno del tank suggerisce, impedendoci una visuale completa, che, tra l'altro, risulta impossibile anche agli stessi giovani soldati e che accentua così il senso di impotenza dello spettatore. E là dove le immagini non arrivano, possono, invece, i rumori balbettanti di una marcia che stenta a riprendere e le urla ansiogene dei soldati impauriti. Un film che non dà risposte, e non pone domande retoriche. Un film che pone al centro la vita di chi non può scegliere, ma che si lascia rodere dal dubbio su quale sia la cosa migliore da fare, che non sempre coincide con quella più giusta.