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CELLA 211 regia di Daniel Monzón

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Cagliostro     7½ / 10  12/05/2010 13:51:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un intreccio narrativo convenzionale e non privo di forzature al servizio di una regia di alta classe, di una fotografia intelligente e di ottimi intrepreti.
Il montaggio in alcuni casi didascalico avrebbe potuto essere evitato.
L'impatto emotivo è assicurato, così come è interessante tutta la struttura di denuncia sociale. L'approfondimento psicologico dei personaggi, invece, è troppo incline al cliché e si rivela un espediente più furbo che altro. La mancanza di distinzione fra buoni e cattivi, in realtà non esiste: si tratta di un film dove i buoni sono davvero i buoni e i cattivi sono davvero i cattivi. E per ribaltare i ruoli non basta mettere qualche cattivo fra le guardie (come se poi, a parte che nelle pessime fiction italiane, ci fosse ancora qualcuno che crede che i poliziotti sono i buoni e i criminali i cattivi e che questi due ruoli siano nettamente distinti) e qualche buono fra i detenuti. Più interessante l'analisi della bestia umana divisa fra un testosteronico spirito di solidarietà fraterna e la meschinità del tradimento in base alla direzione da cui soffia il vento. Quasi assente il fascino della discesa nelle tenebre e la conseguente destabilizzazione dell'individuo che perde le proprpie certezze e i propri punti di riferimento.
Ma, se i principali difetti di questa pellicola risiedono nel suo soggetto, più che nella sceneggiatura in verità assai efficace, la qualità complessiva della messa in scena è di alto livello. Inoltre, la regia trascina lo spettatore all'interno del carcere, facendogli vivere qualla realtà carceraria che Monzòn vuole descrivere. Egli fa un uso sapiente della macchina da presa sfruttando ai massimi livelli le scenografie (un vero carcere) ed alternando uno stile da reportage ad uno stile narrativo che abbraccia e che rende omaggio ad alcuni dei capolavori di Siegel e di Frankenheimer.
Complessivamente un film che merita la fama che lo ha preceduto e l'incetta di premi vinti.