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CELLA 211 regia di Daniel Monzón

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Crimson     6½ / 10  10/05/2010 23:25:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il rischio di valicare i limiti morali da una parte pone lo spettatore dinanzi a scelte ardue, anche di grande spessore filosofico, ma dall'altra scioglie la tensione e mette in secondo piano altri contenuti del film, che di conseguenza perdono dell'incisività richiesta.
La denuncia del film parte forte, poi viene meno e il finale è un po' incollato. Le figure esterne che ruotano attorno al carcere sono solo abbozzate e non viene indagato il loro pensiero, come evidentemente sarebbe stato opportuno. Il film in sostanza vorrebbe far riflettere sul codice morale e sul rapporto istituzione-detenuti alla luce di quel codice. Se sul primo fronte espone una successione di eventi tale da sovvertire dogmi e convinzioni, con un certo ardore e forza espressiva, sul secondo latita e anzi sembra semplificare un po' (fino a forzare esageratamente) le motivazioni. Appare troppo drastica la scelta del celerino che non esita a colpire la moglie incinta del protagonista (ripreso da un telefonino -!!!- che incredibilmente arriva nelle mani del marito di lei - pura fantascienza - ) e poi guarda caso viene dato in pasto alla folla inferocita (marito compreso) come se niente fosse. Insomma l'idea è buona, coraggiosa, ma la voglia di strafare prende il sopravvento e i tasselli si congiungono con troppa facilità. Il finale poi esula un po' dal resto. Ritmo buono, bravissimo Luis Tosar che da solo regge quasi tutto il film.