Noodles_ 7½ / 10 27/04/2010 13:07:44 » Rispondi Impossibile non mettere a confronto questo film con l'altro prison movie della stagione, Il Profeta. Alcune chiavi di lettura infatti li rendono abbastanza simili: intanto sono 2 drammi carcerari, e fin qui ok, poi entrambi sono costellati da numerose scene di violenza, non gratuite e realizzate molto bene, ma soprattutto in tutti e due i casi assistiamo all’abilità con cui un giovane di intelligenza superiore alla media, una volta catapultato all’inferno, riesce a muoversi nelle condizioni più ostili e a conquistare la stima e la fiducia del boss di turno (grande Malamadre). Ma le similitudini finiscono qua. Se infatti Il Profeta gode di uno stile narrativo originale e, almeno nell’intento, più realistico, Cella 211 è un solido thriller di stampo più classico, teso e molto riuscito, almeno dal punto di vista dell’impatto emotivo. Il protagonista infatti non è un delinquente come gli altri personaggi che lo circondano, bensì “uno di noi”, con tanto di mogliettina gravida che la sera lo aspetta a casa. E questo è senz’altro il punto di forza del soggetto, in quanto rende immediata e fortissima l’immedesimazione da parte della spettatore (C’è qualcuno che quando Juan si risveglia da solo nella cella non ha pensato: “E ADESSO…??”?), e il costante timore sotteso che Juan venga scoperto contribuisce a mantenere alta la tensione per almeno 2/3 di film. Dal punto di vista tecnico ho trovato il film eccellente: ottima la regia e recitazioni sicuramente all’altezza. La sceneggiatura invece presenta a mio parere alcune forzature di troppo, peraltro indispensabili per motivare lo svolgimento della vicenda.
La scena del pestaggio della moglie, con tanto di ripresa da parte del giornalista è molto inverosimile, e da quel momento in poi secondo me il film cala un po’ di livello, complice anche la metamorfosi di Juan che per modi e intensità non mi ha convinto del tutto…
Ciò che invece mi ha sorpreso positivamente è la svolta realistica degli avvenimenti nella seconda parte: chi deve morire, muore, senza sconti e alcun tipo di ruffianeria per compiacere lo spettatore, e questo secondo me è un punto di forza del film, tanto inaspettato quanto gradito.