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VIDEODROME regia di David Cronenberg

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hghgg     8½ / 10  06/12/2014 18:00:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il miglior Cronenberg inizia qui, con "Videodrome", il film che mise definitivamente a punto la poetica del cinema del canadese, l'ossessione per la carne e le sue mutazioni, l'orrore grottesco e carnale e la passione per l'orrido. Il tutto affiancato ad una bella critica al mondo dei media televisivi e ad una interessante analisi del rapporto uomo-tecnologia, con soluzioni visive tutt'oggi sconvolgenti nonostante gli effetti speciali ancora un po' artigianali, ma di enorme fascino: lo stomaco-videoregistratore, la mano-pistola, le labbrone giganti tutt'uno con lo schermo televisivo, insomma tutte le mutazioni della carne che Cronenberg ci mostra nascono in sequenze straordinarie e indimenticabili, un vero e proprio abc dell'orrido e del grottesco.

Una volta parlato della prima grandissima prova alla regia di un Cronenberg scatenato e straripante di idee, immagini, soluzioni visive e inquadrature eccezionali c'è poco altro da dire perché il crescente vortice di follia, paranoia, depravazione, critica sociale e grottesche mutazioni è tutto da godere, trascinati dalla prova eccezionale di un James Woods che regge meravigliosamente tutto sulle sue spalle, affiancato al massimo da una funzionale Sonja Smits e dal magnetismo e dalla bellezza devastanti di Debbie Harry (i "Blondie" avete presente ? Gran gruppo), una che a parole non è proprio descrivibile.

Lode anche alla fotografia un po' "artigianale" che rende straordinarie luci e immagini nelle tante sequenze del film che non si possono dimenticare (e i film del canale "Videodrome", e le scene surreali con la carne che muta), luci oscure, opprimenti, che spingono alla follia e al delirio, rosso, scuro, grigio e colori asettici (negli esterni), tutto è messo al posto giusto.

Con una sceneggiatura finalmente più libera da vincoli logici la regia di Cronenberg è finalmente senza freni ed ecco che dopo brillanti critiche al potere della tecnologia e del media televisione che sovrasta la mente e il corpo dell'uomo, cadiamo in quel finale che è sublimazione dell'orrido prima (Max che uccide i creatori di Videodrome, il tizio a cui ha sparato-con la sua pistola/mano- che si liquefà in una sequenza tra le più orripilanti che Cronenberg abbia mai diretto, una roba anch'essa indescrivibile a parole) e del surreale poi (il finale vero e proprio, l'inesistenza di una linea di demarcazione tra schermo e mondo reale, tra realtà e immaginazione).

E poi finale a parte, ma quanto càzzo è bella la scena della tv-labbroni ? Una roba meravigliosa, nel mio albo d'oro del surreale-allucinato sul grande schermo, una sequenza straordinaria il cui fermo-immagine sarebbe da stampare, farne una gigantografia e appendersela al muro, a fianco del gregge di pecore di Luis Bunuel e alla scatola blu di "Mulholland Drive" magari.

E allora di fronte alla prima opera davvero grande e davvero completa del maestro canadese cosa mi resta da dire se non:

"Morte a Videodrome. Gloria e vita alla Nuova Carne".