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JESUS CHRIST SUPERSTAR regia di Norman Jewison

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ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  18/06/2008 17:29:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bella e interessante rilettura degli ultimi giorni di Gesù, ripercorsi in chiave “hippie”.
«He’s a man he’s Just a man / He’s not a king —he’s just the same / As anyone I know». E’ un Cristo molto umano quello rappresentato dal musical di Jewison (trasposizione filmica della celeberrima opera di Webber e Rice), il quale –quasi dissacratoriamente- si sofferma sulle debolezze e intemperanze di un uomo su cui grava l'immane peso della salvezza del mondo. Ma paradossalmente non è Gesù (interpretato dall'inespressivo Ted Neeley) il personaggio principale, bensì Giuda Iscariota, del quale viene messa in atto un sorta di riabilitazione volta a proporlo come il martire principale ai fini della salvezza dell'umanità. Il tradimento di Giuda, secondo la narrazione di Rice -l'autore dei testi del musical, assurge ad atto necessario e non dipendente dalla sua volontà e dal suo libero arbitrio, bensì da un piano "superiore" finalizzato alla causa umanitaria del Messia. Pertanto il suo gesto non lo rende un colpevole ma un redento, come dimostra il finale in cui egli discende dal Paradiso in forma di angelo e, rivolgendosi a Gesù, gli pone una serie di domande (quasi a guisa di requisitoria) tese a metterne in dubbio l'integrità morale (Cristo si è esclusivamente immolato per salvare l'umanità, o nel suo atteggiamento "estremista" sono ravvisabili anche dei proponimenti meno nobili, come quello di ergersi a "Superstar" al di sopra degli altri importanti Messia, quali Maometto e Budda?). A questo riguardo, anche il rapporto vagamente allusivo -e al limite della blasfemia- tra Maria Maddalena (descritta secondo un punto di vista più aderente a quello dei Vangeli apocrifi) e lo stesso Cristo è teso a destituire quest'ultimo della sua aura sacra e renderlo più vicino a noi: e cioè un soggetto fatto di carne, passione ed emozioni.
In tutto il musical si respira un'aria "hippie": alcune sequenze alludono chiaramente ad un'invettiva antimilitarista e anticapitalista, sostanziata soprattutto dalla presenza di oggetti di scena "anacronistici".
Non mancano neanche momenti di spiccato umorismo: tra tutti, il siparietto che riguarda Erode, il cui cinismo e la sua crudeltà sono presentati in una esilarante e spiazzante atmosfera "glamour".
"Jesus Christ Superstar" è senza dubbio un musical intelligente, efficace nonchè irriverente, e supportato da una colonna sonora e una coreografia veramente accattivanti.