paride_86 4½ / 10 11/01/2009 21:13:22 » Rispondi Un uomo di mezza età e una giovane ragazza si lasciano coinvolgere da un'intensa e coinvolgente passione erotica che stravolgerà le loro vite. Ho appena finito di vederlo e sono davvero basito. Ma come è possibile che questo film sia considerato un capolavoro? Sono sconcertato, e non certo dalle scene erotiche perché non lo ho trovate per niente "scandalose" o "blasfeme" come vennero descritte da alcuni bigotti dell'epoca. Il problema è proprio la storia che non mi ha convinto.
Credo che la relazione tra i due sia stata affrontata in maniera piuttosto superficiale. All'inizio la cosa nasce come passione erotica, poi lei si innamora di lui. Ma tutto questo nel film non si vede, lo pronuncia la Schneider a parole quando dice a Brando che lui è protettivo, forte, quando gli dice che lo ama al punto da infilargli due dita nel didietro. Più avanti si verifica esattamente la situazione opposta: lei non lo ama più e lui invece è innamorato di lei. Ma quando è avvenuto il cambiamento? E soprattutto, perché? Qual è la causa scatenante? Boh, allo spettatore non è dato sapere, ma solo osservare la Schneider gridare "E' finitaaaaa" come una pazza invasata che arriva addirittura ad uccidere colui che solo il giorno prima pensava fosse l'uomo della sua vita. A conti fatti credo che l'unico personaggio ben disegnato sia quello di Marlon Brando, su cui è stato fatto un importante lavoro di introspezione psicologica, aiutato dalla splendida interpretazione dell'attore. Ma tutto finisce qui, perché, per esempio, il personaggio di Maria Schneider - attrice inespressiva, insapore e incolore - è incomprensibile; sembra sempre spensierata, fresca e innocente in ogni occasione: quando piange, quando recita nel film del fidanzato (un altro personaggio privo di spessore), quando parla dei suoi ricordi, persino quando si fa sodomizzare dall'amante. Lei gestisce due storie parallele come se fosse naturale, non mostra dubbi, incertezze né tantomeno rimorsi. Inoltre non è dato sapere allo spettatore perché accetti di sposare il giovane regista (insomma, cosa la leghi a lui) né perché sia attratta da Brando.
Il racconto è piuttosto lento e in certi punti noioso; il finale, poi, l'ho trovato particolarmente irritante. Insomma, credo che il successo di questo film sia stato decretato soprattutto dalle immagini audaci (per l'epoca) e dalla becera attenzione della censura e della magistratura nei suoi confronti (io, personalmente, ci tengo a dire che eliminerei proprio l'obbligo del visto censura per ogni tipo di opera). Per il resto credo che "Ultimo tango a Parigi" non sia per niente indimenticabile ma, anzi, piuttosto mediocre. Tanto per fare un confronto con un'altra pellicola tartassata dai processi e dalla censura: questo film non reggerebbe mai il paragone con "Salò - Le 120 giornale di Sodoma" di Pasolini, che, pur essendo un film molto forte, brilla per la profondità dei concetti e delle intenzioni narrative. Qui invece di cosa stiamo parlando?