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CAPITALISM: A LOVE STORY regia di Michael Moore

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valis     8 / 10  08/12/2009 14:54:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il film, divertente e pungente come nello stile classico di moore, pone due domande palesi a cui però nessuno pensa di rispondere.
la prima domanda riguarda la circostanza che, negli stati uniti, l'uno per cento della popolazione detiene il 90% della ricchezza e nonostante sia un paese democratico e quindi gli organi eletti dovrebbero rappresentare gli interessi della maggioranza della popolazione, non fanno altro che approvare leggi per tutelare i privileggiati dell'uno per cento ?
esempio lampante negli states, ma è stato così anche in europa, è stata l'approvazione di una legge che ha stanziato miliardi di dollari dei contribuenti americani, quindi dei lavoratori, per salvare le banche dal fallimento.
quindi, se da un lato le banche pignoravano le case e gli averi dei propri debitori insolventi mettendoli in mezzo ad una strada, dall'altro esse stesse insolventi prelevavano a piene mani i soldi dalle tasche dei lavoratori per sanare i propri debiti!
di conseguenza, gli operai, gli impiegati, i dipendenti, i postini, muratori etc... americani con le tasse versate con il loro lavoro hanno pagato gli stipendi da 100.000.000 $ annui dei dirigenti delle banche e delle finanziarie incompetenti e ignoranti che hanno portato le loro società al fallimento.
meritocrazia!!!
altra domanda riguarda la circostanza che il capitalismo sarebbe giustificato dalla bibbia.
come ha magnificamente espresso moore nel film credo che nessun banchiere, finanziere e corribanti vari in vita loro abbiano mai letto la bibbia essendo il messaggio di gesù per i poveri e gli ultimi e contro i ricchi.
del resto nel vangelo è scritto."è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli".
penso che come dice moore sia ora di indignarsi.