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CAPITALISM: A LOVE STORY regia di Michael Moore

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Crimson     7 / 10  01/11/2009 12:19:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per ogni documentario di Moore le capacità critiche dello spettatore devono saper andare al di là di ciò che viene mostrato (soprattutto di 'come'), cogliere la mole impressionante di informazioni sapientemente collegate in due ore come imput per sforzarsi a svolgere un lavoro di riflessione ulteriore. Perchè Michael Moore è sempre il solito: abile oratore dal montaggio mirabile, che sa esattamente cosa proporre e in che modo farlo, trincerandosi dietro una distinzione rudimentale buoni/cattivi, un patetico senso di 'morale' (che chiama in causa l'opinione cattolica sul capitalismo, nella punto più basso del film), una mania incontrollata di protagonismo e autocelebrazione (o, di riflesso, celebrazione delle idee e degli uomini in cui crede - quasi da eleggere il socialismo come bene assoluto a cui anelare - ). Nonostante le solite facce sbigottite del regista (quando gioca a fare egli stesso lo spettatore medio-basso che intende capire un concetto - stranoto - ) e i ripetuti, 'facili' attacchi bombardieri che vengono perpetrati a senso unico per tutta la durata del documentario, il capitalismo esce stranamente come materia su cui interrogarsi ulteriormente, per tutti i collegamenti che tesse nello spaccato evidenziato dal regista con abilità e competenza. Il quadro portato alla luce è noto ma è materia viva di riflessioni ulteriori che chiaramente non devono soffermarsi a quelle volontariamente autocompiaciute di Moore. Un lavoro che condotto autonomamente, non porterebbe certo agli stessi risultati. Quindi penso che anche questa volta la conclusione è che lo sforzo di Moore, sebbene fazioso e inconfondibilmente contraddittorio, vada premiato con la visione.
forzalube  06/11/2009 15:52:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissimo commento. Anche secondo il momento in cui vuol dar forza alle sue idee chiamando in causa Gesù, esponenti cattolici e morale cristiana è il momento più basso del film.
D'altra parte il Gesù di Zeffirelli ridoppiato è probabilmente la gag migliore.
Crimson  06/11/2009 20:34:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie mille. E' vero, spesso nei film di Moore trapela un senso dell'umorismo particolarmente appropriato e tagliente, anche a me è piaciuto quel frammento. Ciao!