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CAPITALISM: A LOVE STORY regia di Michael Moore

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mainoz     6½ / 10  26/01/2017 13:38:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Difficilissimo giudicare un documentario di questa portata. Bisognerebbe dedicare ore e ore al commento. Soprattutto perche' si parla di gente reale, drammi reali. I temi sono ancora attuali, anche perche' la crisi non e' passata. Ovvio che si tenda a stare falla parte degli sfrattati, dei disoccupati...fanno tenerezza, calamitano consensi. Il Capitalismo, nel bene e nel male, esiste da centinaia di anni, ed e' il sistema migliore ma anche l unico sistema possibile, non lo dico io ma lo insegnano i libri e la storia. Ci sanno sempre ricchi, poveri, il divario tra ricchi e poveri sara' sempre maggiore. L alternativa, il comunismo e' utopistico, irrealizzabile, anche se porterebbe all'assenza di diseguaglianze. Il comunismo se praticato solo in pochi paesi rischia di isolarli dagli altri in un'inutile autarchia , chiedete ai rumeni durante la dittatura o ai cubani. E' fisiologico, lo racconta la storia, che il capitalismo porta enormi diseguaglianze e almeno una grande crisi ogni 25/30 anni. Il capitalismo crea inefficienze, avidita', lotte sociali, invidie e ingiustizie, ma per come e' impostato il mondo moderno è il sistema piu' comune. Chiaramente Moore, figlio di quella classe media americana ormai scomparsa, e' di parte. Ma stanno mediamente meglio, o sono stati mediamente meglio, gli Stati gestiti da dittatori comunisti o i paesi in cui e' presente il Libero mercato? Ovvio che il capitalismo cosi' come il sonno della ragione, se mal gestito, mal regolamentato, generi mostri quali Gekko e Enron