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TRIAGE regia di Danis Tanovic

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Tuonato     7 / 10  20/05/2011 00:06:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra gli sciacalli delle guerre ci sono anche i fotoreporter, spesso free lance, che incuranti dei rischi si lanciano sempre più in prima linea, lì dove fischiano le pallottole, lì dove dovrebbero esserci solo uomini armati. Lo fanno più per saziare l'imperante sensazionalismo da copertina che regola ormai le politiche delle riviste che per condividere col mondo intero la ricerca della Verità.
Si combatte. E si muore. Per soldi.
Si scattano foto a chi combatte. E a chi muore. Per soldi.

"Il mondo è un posto molto complesso.
Ci sono poche cose che sono bianche o nere."

Triage in italiano significa più o meno materiale di scarto, come quella fila indiana di corpi stesi in terra all'aria aperta, etichettati da dei cartonici blu; corpi mutilati straziati che attendono il loro epilogo per mano del loro boia-guaritore in quel Kurdistan dove Mark e David si sono recati per il loro ultimo reportage.
Si è sempre parlato di traumi post bellici per i veterani di guerra; è storia recente come di tali disturbi possano soffrire anche tutte le persone che ruotano intorno ad un conflitto, che lo vivono pur non partecipando attivamente, persone come i fotoreporter. Una di queste vittime è appunto Mark, che tornato a casa con ferite misteriose appassisce lentamente in una depressione e regressione fisica. Qualcosa lo tormenta. E del suo amico non c'è traccia, ancora deve far ritorno, benché si fosse messo in cammino prima di Mark.

"Se vuoi continuare, se vuoi sopravvivere
tu devi seppellire i morti."

Buona pellicola di Tanovic, nessun particolare virtuosismo ma anche nessuna sbavatura, sceneggiatura non sorprendente ma certamente solida, tra gli attori maluccio il monoespressivo Colin Farrell mentre ruggisce l'eterno Christopher Lee, davvero molto bravo.