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VENTO DI PASSIONI regia di Edward Zwick

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JOKER1926     3 / 10  21/11/2014 02:03:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per aprire un discorso di analisi su "Vento di passioni" è utile inoltrare una metafora calcistica. A fine visione del film americano di Edward Zwick si ha una strana sensazione, è come assistere ad una partita di altissima valenza, magari una finale, ed andare incontro ad un esito dilettantistico, la partita finisce con un 7 a 7.

Dopo trafile infinite circa le tante visioni banali e geniali che compongono il Cinema, il recensore deve arrendersi, una volta e per tutte, a "Vento di passioni".

Il tutto è costruito sul duo (padre e figlio) Anthony Hopkins e il bellissimo e plastificato Brad Pitt; a sigillare su pellicola le dinamiche delle due ore di proiezione una vistosissima fotografia e un lavoro musicale che tanto sembra personificare il coro di una curva in depressione per via di scarsi risultati calcistici, "meritiamo di più". In pratica la musica di pregevolissima fattura è buttata a forfait nelle sequenze, tanto per (cercare) di gonfiare l'apparato filmico di una regia, nel frangente, disastrata; essa dovrebbe essere adoperata per altre produzioni.

"Vento di passioni", insomma, già dall'inizio faceva presagire una situazione improbabile. Gli eventi si presentano allo spettatore in modo mieloso e assai costruito; la seconda parte invece prende una ulteriore inclinazione, questa è quella fatale, e porta il prodotto del 1994 su un asse di morte fra il melodrammatico e il paradossale.
Queste righe fanno capire, se ce ne fosse l'estremo bisogno, che "Vento di passioni", vive in una delle storie più balorde, bambinesche e scoordinate della intera storia di questa Arte. Signori, siamo giunti alla corte della pornografia concettuale.
Mai tanta carne era stata messa a fuoco, i risultati della regia di Zwick sono tenebrosi.
I mali incurabili della storia sono praticamente infiniti; abbracciano tutte le nefandezze possibili ed immaginabili. Ora, nella foga dello scrivere ed analizzare, risulta essere una mezza impresa rammentare tutte le corbellerie, cerchiamo di procedere per intenzione, non per esito.
Sradichiamo dalla trama le seguenti figure: Tristan e Susannah.
Il primo (Brad Pitt) è un insulto all'intelligenza, ossia recitare in un ruolo del genere può screditare persino Marlon Brando; la figura di Tristan è artificiale e il povero Brad Pitt per tutto il tempo sembra essere un ubriacone pseudo decadente.
Ma l'icona che batte qualsiasi ideazione di insuperabilità risiede in Susannah. Ci dispiace per l'attrice ma tale Susannah (oltretutto pure brutta) si candida ad incarnare, ora e per sempre, la più grande, netta e conclusiva idealità di impudicizia.
La morte della trama (sceneggiatura compresa ovviamente) continua la sua marcia e lo fa attraverso una accozzaglia di eventi fatalisti e bellici che appaiono essere usciti dalla mente di un fanciullo di piccola età che fantastica con i suoi giocattoli e i suoi guerrieri di plastica.
"Vento di passioni" nell'espressione di arte esercitata ai livelli alti (parliamo di film costosi) si candida ad essere uno dei più imbarazzanti della cinematografica, cose pazzesche.

(Ogni altra osservazione al riguardo porterebbe il film ancora più in basso, per dignità e stile ci fermiamo.)