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SLEEPERS regia di Barry Levinson

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JOKER1926     6 / 10  11/01/2012 15:43:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ai nastri di partenza il soggetto presentato da Barry Levinson poteva funzionare. Protagonisti nel film una manica di ragazzini con l'istinto dell'esser "bullo" che col tempo porta ad un'insana violenza. "Sleepers" dunque forma le sue pretese in questo circuito ove sono introdotti quattro ragazzi che sconteranno i propri peccati in un riformatorio.

"Sleepers" però nel suo sviluppo di narrazione purtroppo perde le potenziali positività trasformandosi, ben presto, in un prodotto abbastanza superficiale con qualche incongruenza buttata qua e là.
Non convince la sceneggiatura, non convincono i protagonisti, specie il prete, dopotutto interpretato da Robert de Niro.
Il film del 1966 si scompone in due tronchi, nel primo il pubblico assiste alle bravate del gruppetto, e alla parte del carcere minorile; nella restante, invece, il gruppetto è divenuto adulto, si assiste alla resa dei conti.
"Sleepers" non sa donare ai propri personaggi una robusta introspezione psicologica, il tutto risulta essere, il più delle volte, imposto e improbabile. Profumo di improbabilità che si respira appieno nelle azioni del prete, eloquente il finale.
La trama insomma non offre nessun passaggio entusiasmante, enfasi presente invece in tante, tantissime sequenze, su tutte quella del carrello.
Rimanendo ancorati al discorso del plot c'e' da aggiungere che alcuni episodi sono troppo affrettati. Nella prima parte, ad esempio, regia troppo vaga nelle sequenze del riformatorio. Nella seconda troppo frettolosa e approssimativa nella vendetta perpetrata ai secondini. In tutto ciò non convince nemmeno la parte del tribunale troppo lenta, effettivamente poco veemente e brillante.
"Sleepers" oltretutto si presenta come film pomposo in cui, attraverso i dialoghi, emerge a voce grossa una velatura non indifferente di retorica e di pseudo concettualità tutta correlata al valore dell'amicizia. Pellicola, poi, a livello spiccatamente morale, diseducativa.
Si salva, per modo di dire, un po' la confezione tecnica, composta, nel frangente, da grandi attori ma da prestazioni non eccelse, da un onesto lavoro musicale e da una dignitosa fotografia non sinonimo, però, di suprema magnificenza.