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IL RACCONTO DEI RACCONTI regia di Yuri Norstein

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anthony     10 / 10  29/10/2010 13:03:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I sentieri che vengono percorsi nei sogni, quando siamo bambini, si presentano ignoti e sconosciuti ai nostri occhi; nelle fasi di non-tempo in cui girovaghiamo meravigliati e affascinati per quei sentieri, sentiamo dentro di noi (ma DAVVERO solo esclusivamente e "privatamente" dentro di noi!) l'innocenza e la purezza nello scoprire che siamo ancora in grado di gioire, di commuoverci, di straziarci e di innamorarci di fronte al fluire eterno degli eventi e delle cose: pura Poesia.
Il puro e tenerissimo lupetto si comporta (è) come un bambino in un sogno; il bambino reale, quello sveglio e (in)cosciente, è già disilluso, vuoto, colluso e inghiottito nella multitudine superficiale, letale e amorfa del collettivismo "interiore" (in)umano: un piccolo uomo totalmente cavo e inutile, un ottimo contenitore di false umanerie.
Il bambino in sogno, invece, è un lupetto che con immensa circospezione, meraviglia, gioia, tristezza, senso di solitudine e dolore..ama, guarda, si commuove e impara; e alla fine il sogno non può che concludersi nella maniera più tragica e..dolce: da un lato il mondo, una volta, antico e incontaminato..trasformato in un vacuo calderone di automobili, fumo, traffico e alienazione; dall'altro il lupetto (e il sogno stesso) che non si piega al regime della grigia e insapore realtà che lo avvolge sempre più con maggiore insistenza, ma che rivendica -con audacia e una sincerità spaventosa- la sua natura di scrutatore innocente e incontamianto..un essere che non ha mai imparato a nascondere il suo stupore e la sua grazia nel rapportarsi agli eventi che lo circondano, e la sua avversità al nulla che incessantemente incontenibile avanza.

Un viaggio poetico universale che non può non commuovere.

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