caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ESSERE JOHN MALKOVICH regia di Spike Jonze

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Crimson     8 / 10  25/10/2009 13:45:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scritto da Charlie Kaufman e diretto da Spike Jonze (per entrambi un esordio), questo film raccoglie idealmente un'eredità di 'Strange Days' (che lo precede di qualche anno) sul tema del desiderio e dell'identità. Se nel film della Bigelow in un futuro immediato l'invenzione dello Squid permetteva di immedesimarsi nei ricordi e nelle emozioni di altre persone, in questo film uno strano passaggio segreto concede la possibilità di entrare nella testa dell'attore John Malkovich per un quarto d'ora!
Alla base dunque c'è l'insoddisfazione che contraddistingue l'uomo nella società contemporanea. La tecnologia è diventata padrona della nostra fantasia deviata. Siamo assoggettati dalla possibilità illimitata di assumere le identità più disparate per colmare il rigetto per la nostra, che preferiamo non conoscere fino in fondo, attenendoci ad un processo di introspezione superficiale che ci conduce inevitabilmente ad analizzare ciò che ci manca e quindi a sentirci "inferiori" agli altri, e da qui ecco evidente il passaggio successivo: desiderare di essere qualcun altro. Tale perversione ricopre naturalmente sia l'identità psichica che sessuale, e questo aspetto è descritto con grandissima sagacia, oltre che competenza, nello script intelligente di Kaufman. Scriveva Ballard che mentre una volta era il mondo esterno il "reale" e il nostro cervello la sede della "fantasia", nella società attuale i due ruoli si sono capovolti. E in questo quadro malato cedere alle possibilità che ci vengono offerte dal "mondo esterno" senza trovare rifugio in un processo franco di ricerca della nostra identità porta pericolosamente ad esaudire e amplificare le pieghe più recondite della nostra perversione, senza filtri.
La prima mezzora è la più divertente: il quadro famigliare della famiglia Schwartz oltre a due coniugi distanti e inappagati (due ottimi John Cusack e Cameron Diaz) comprende diversi animali non propriamente 'domestici' (Elijah non è forse un'anticipazione della sceneggiatura successiva di Kaufman, in 'Human Nature' di Gondry?). Geniale la trovata del "settimo piano e mezzo", di Floris e del Dott. Lester. Poi dall'incontro con Maxine (Catherine Keener) e la scoperta del passaggio segreto il film si concentra sui personaggi, accomunati dalle perversioni più disparate che danno vita alle situazioni più grottesche. John Malkovich, versatile e autoironico nei panni non comuni di "se stesso", è l'unico personaggio che si distingue dal coro in quanto esclusivamente vittima e non artefice. Qualche ridondanza di troppo (l'innamoramento tra le due donne o i vecchi che fanno compagnia al dott. Lester) non scalfisce la ricchezza dei contenuti di questo film che centra in pieno il suo obiettivo ed è carico di aspetti psicanalitici decisamente calzanti, trattati con arguzia e mestiere.
La sequenza relativa a John Malkovich che entra in sè stesso è spettacolare, un ritratto mostruoso e grottesco al tempo stesso di ciò che ci attenderebbe se vedessimo dall'interno le sfumature del nostro ego.