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MULHOLLAND DRIVE regia di David Lynch

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DogDayAfternoon     5 / 10  26/10/2013 20:32:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo vidi qualche anno fa solo ed esclusivamente per Naomi Watts, che considero una delle donne più belle di sempre (ma con qualche riserva sul piano della recitazione, non sempre al meglio). Non sapevo a cosa andavo incontro, e forse anche per questo non mi è piaciuto. Che poi la parte iniziale mi aveva anche preso, con un velo di mistero e intrigo quando la Watts ospita la donna che ha subito l'incidente...ma un po' alla volta l'attenzione cala inevitabilmente, è impossibile seguire qualcosa che non ha né capo né coda, né spiegazione.

Personalmente non capisco i cultori di questo genere di film, di cui ognuno ha una sua interpretazione con fiumi di inchiostro e pagine e pagine per spiegare il senso del film...è più una furbata dell'autore per far parlare di sé a mio avviso.

Il cinema è essenzialmente intrattenimento, e questo film mi ha trattenuto per troppo poco tempo.
scantia  27/10/2013 03:57:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi ha stabilito che il cinema sia "essenzialmente" intrattenimento?
Direi piuttosto arte e conseguentemente comunicazione (e per comunicare si sa, sono necessari almeno 2 soggetti ATTIVI), l'intrattenimento semmai è una conseguenza soggettiva dello spettatore, difficilmente può essere "essenza" del cinema.
DogDayAfternoon  27/10/2013 14:05:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma proprio perché sono necessari due soggetti ATTIVI chi "ascolta/vede" deve provare un minimo di interesse e di intrattenimento. Sono d'accordissimo che il cinema sia arte, ma in questo caso specifico siamo di fronte ad arte astratta, e per quanto mi riguarda preferisco qualcosa di più concreto.
scantia  27/10/2013 17:10:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
in realtà essere attivi significa contribuire a creare il significato, limitarsi a provare interesse aspettandosi che un film sia portatore di un messaggio univoco che cade dall'altro significa concepire l'arte come monologo.
E' l'effetto 2001: inutile spendere fiumi d'inchiostro per decifrare il significato perché NON esiste un significato, o meglio, non è univoco per tutti. Lo straniamento generato suscita una reazione intellettuale ed emotiva differente in ciascun fruitore, ciò che chiede Lynch è proprio di superare l'approccio tradizionale (chiedersi "che significa") e abbandonarsi alle sensazioni che non devono avere necessariamente un senso logico.
DogDayAfternoon  28/10/2013 20:09:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora diciamo che per quanto mi riguarda il film non mi ha fatto provare alcuna sensazione positiva...
elio91  26/10/2013 22:13:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anch'io trovo ridicoli i fiumi di inchiostro o parole spesi per tentare di dare un senso razionale alla trama. Ma non è vero che trattasi di furbata, il percorso artistico di Lynch è sotto gli occhi di tutti e puoi vederlo, se vuoi, da te. Mulholland Drive è il suo apice, appena prima di Inland Empire: un film totalmente antinarrativo eppure con non una ma tante trame, di cui puoi fruire come e dove vuoi. Qualunque parte del film, se spezzettato, se visto a pezzi e frammenti, è comunque perfettamente Cinema d'un pezzo e questo è straordinario.
Il flusso che si instaura tra lo spettatore e il film visto dall'inizio alla fine è però incredibile, anche se non tutti possono apprezzarlo. Peccato.

DogDayAfternoon  27/10/2013 14:00:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Conosco pochissimo Lynch, ho visto solo questo e "Velluto blu" e devo dire che mi sono bastati (credo che al massimo darò nel prossimo futuro una chance a "The elephant man" anche se è da anni che mi riprometto di guardarlo). Quello di Lynch è un modo di far cinema che a me non piace, io non voglio arrivare alla fine di un film che non ci ho capito una mazza, non pretendo nemmeno di capire tutto perché ammetto che un po' di mistero e articolazione nella trama poi invoglia a rivedere il film per coglierne meglio le sfumature...se come dici tu per tentare di trovargli significato devo spezzettarlo e ad ogni pezzo dargli una mia interpretazione soggettiva, non è questo il cinema che cerco io. Per me un film deve avere un inizio e una fine e soprattutto un senso logico, non un'accozzaglia di immagini o scene (per quanto magari stilisticamente siano perfette).

Non critico gli appassionati di Lynch, ma credo che una parte di loro lo sia solo perché in fondo tutto ciò che è strano attira, e far finta di aver capito il senso di un film di questo tipo fa "fìgo".

Comunque resta il fatto (e credo che anche tu la pensi come me) che in ogni caso è inutile dare una spiegazione o un senso a questi film dato che ognuno può darne una diversa e non ce n'è una universale.
elio91  27/10/2013 16:04:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più che altro non c'è un senso in ogni frammento, c'è cinema in ogni frammento. Provo a spiegarmi: MD è un vortice di situazioni, stile e registri comici o drammatici: c'è la recitazione nella recitazione quando la Watts simula il suo provino, c'è una storia d'amore, c'è una storia di amore che si tramuta in odio, c'è addirittura un complotto per un omicidio, c'è il cinema anni '50, o il noir postmoderno eccetera eccetera. C'è davvero tutto, e non è una questione di caricare di significato la trama perché la narrazione c'è per quanto spezzettata, frantumata e rivoltata come un guanto.
Per questo si, inutile sprecare pagine e pagine di interpretazioni: questo è un film che racchiude in sé migliaia di storie potenziali e di significati (in questa miriade di trame inespresse) che alla fin fine sarebbe inutile scrivere. Poi c'è chi vuole forzatamente dire "prima parte sogno, seconda parte incubo", sinteticamente va anche bene ma credo che in pochi abbiano capito la vera genialità del film che non a caso è stato eletto da riviste specializzate come film del decennio e da critici che non amavano particolarmente Lynch (come Erbert) un capolavoro assoluto.
Puoi vederlo da qualunque parte, dall'inizio alla fine, una scena tra le prime e un'altra tra le ultime: tutto ha una coerenza logica implacabile. Questo qualunque mente razionale non avrebbe potuto metterlo su schermo senza perdersi in cerebralismi troppo forti (pensa a "L'anno scorso a Marienbad", bellissimo e inguardabile), Lynch è un surrealista che segue l'inconscio e c'è riuscito.
Diffida non di lui ma di imitatori dozzinali come Richard Kelly. Lì siamo nell'ambito di "strano e quindi figo", questa è davvero espressione artistica di uno che giovanissimo spese sette anni per terminare un film giocandosi il futuro e intraprese un viaggio in europa per studiare con Kokoschka.