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MULHOLLAND DRIVE regia di David Lynch

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Spotify     9½ / 10  16/07/2018 03:00:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
--- COMMENTO SPOILEROSO ---

Parlare del cinema lynchiano non è mai cosa semplice. Perché il cinema del maestro di Missoula, è criptico, pieno di simbolismi, apparentemente illogico e senza senso.
"Mulholland Drive", risponde a tutte le caratteristiche citate, è una pellicola in puro Lynch-style, nonché, uno dei film più importanti del 21°secolo.
"Mulholland Drive" è un viaggio all'interno della mente umana, un'esperienza quasi mistica, che ti porta nei più remoti meandri dell'intelletto. Un'avventura volta all'esplorazione dei desideri, delle sofferenze, dei pensieri, che stagnano nelle profondità dell'inconscio, ma che, improvvisamente, risalgono prepotentemente in superficie.
La trama, vede una giovane ma promettente attrice, Betty, giungere ad Hollywood per tentare di diventare una star del cinema. La giovane alloggerà nella casa della zia, la quale, nel frattempo, si trova fuori per lavoro. In casa, Betty fa l'inaspettata conoscenza di una donna, affetta da grave amnesia. Il disturbo è stato provocato da un incidente stradale, che la donna ha avuto la sera prima. In seguito, si era intrufolata, di nascosto, nella casa della zia di Betty. Presto, le due donne fanno amicizia e Betty cercherà di aiutare la misteriosa ospite a provare a recuperare la memoria. Ma non tutto, compreso ciò che circonda le due protagoniste, è come sembra.
La pellicola in questione, è colma di significati, simbolismi e quant'altro. Io, adesso, non starò qui ad elencarli uno per uno, specie per il fatto, che alcuni di questi concetti, sono talmente criptici che è meglio lasciarli in quell'alone di mistero che li avvolge.
Si può dire che Lynch, innanzitutto, critichi aspramente il cinema hollywoodiano, sempre più corrotto e manovrato da poteri occulti. Di questo, ne sono un chiaro esempio i loschi individui con i quali il regista Adam Kesher viene a contatto. Lynch ci dice che nel cinema attuale, vigono le raccomandazioni ed, anche se sei un attore giovane e di belle speranze, devi farti da parte.
Poi, fra le molteplici interpretazioni che possiamo dare al film ed ai suoi singoli eventi e personaggi, potremmo dire che il director sminuisca chiaramente la realtà nella quale viviamo, giudicandola totalmente finta.
Anche il rimorso è un tema affrontato nel film, e ci sono ben 3 personaggi in particolare che rappresentano tale elemento.


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Vivere col rimorso, ci dice Lynch, è un peso troppo grande da trasportare e alla fine, un crollo fisico e psicologico è inevitabile.
Ovviamente, anche l'amore è tra le tematiche principali. Lynch però ci presenta il sentimento più forte di tutti, sotto una veste diversa. L'amore puro viene trasformato in qualcosa di tenebroso, di oscuro, un desiderio di rivalsa. Tirando le somme, Lynch ha una visione parecchio pessimistica dell'amore.


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Dal punto di vista psicologico, quindi, si possono davvero dare mille opinioni, ma la verità vera e propria, quasi certamente, non la sapremo mai.
Lynch, sempre sotto l'aspetto psichico, realizza un qualcosa di estremamente affascinante. Lo spettatore medio sa che quella materia (la psicologia) non gli compete perché troppo complicata da comprendere, però si lascia attirare nel vortice che il regista crea. Il director crea un viaggio metafisico a tutti gli effetti, dove tutto è il contrario di tutto, tanto che l'astante è talmente stordito da ciò che sta vedendo, che manco lui riesce a capire più in quale dimensione si trova.
Il segreto di tutto ciò, risiede, dal mio punto di vista, nell'abilità di Lynch dietro la macchina da presa. Il regista, non adotta uno stile virtuoso, anzi, tecnicamente, siamo di fronte a movimenti piuttosto lineari, senza grossi scossoni. Ma è "sotto", che il regista comincia a tessere una ragnatela intricatissima, e, man mano che la vicenda prosegue, la regia inizia a farsi sempre più criptica, sempre più enigmatica. Abbiamo un sacco di primi piani, tanti dialoghi non vengono pronunciati, situazioni interlocutorie e via dicendo. Si ha la sensazione di scendere giù, in un abisso, però, non è una cosa opprimente, anzi, è piacevole, siamo noi che quasi ci lasciamo trasportare, come se la cinepresa di Lynch fosse una calamita.
Posso garantirvi personalmente, che ci si trova in un vero viaggio onirico. E come se noi diventassimo co-protagonisti del film.
Ovviamente, anche gli aspetti più tecnici fanno la loro parte. Fotografia e scenografia sono pressoché perfette. La prima è caratterizzata da uno stile cupissimo, dando alla pellicola un'atmosfera quasi inquietante. Oltretutto, con questo effetto di buio, si accentua ancora di più l'aspetto onirico del film. La location, è molto dark, quasi come se fosse essa stessa un punto preciso dell'inconscio di una delle protagoniste, quindi un luogo sconosciuto, tetro.
Caratterizzazione dei personaggi eccezionale. Ogni soggetto, anche quello apparentemente più insignificante, rappresenta qualcosa, ha un ruolo ben preciso. Tutti sono più che credibili, con Lynch che riesce a ottenere da qualsiasi attore, specie da quelli più di contorno, il massimo dell'ambiguità. Nei confronti della donna misteriosa, che all'inizio identifichiamo come Rita, proviamo un forte senso di empatia, mentre Betty, ci travolge con la sua innocenza e la sua bellezza.
Ma la cosa che più di tutte mi è piaciuta sotto questo punto di vista, è stato l'incredibile sistema di ingranaggi che Lynch realizza per il passaggio dal sogno alla realtà. I caratteri dei personaggi, una volta avvenuto questo passaggio, si ribaltano completamente. I soggetti sono totalmente diversi. E la bravura del regista sta proprio qui, cioè nell'amalgamare alla perfezione i temperamenti differenti, ma complementari, dei protagonisti nel momento in cui si transitano dal sogno alla realtà.
Il ritmo è scorrevolissimo, nonostante la durata consistente della pellicola. Lo spettatore viene immediatamente preso dalla storia, la quale, fin da subito, si rivela enigmatica. Gli eventi su succedono con grande scioltezza e, seppur il film non sia facile da comprendere, se gli si presta la giusta attenzione, si segue con passione.
Non mancano poi scene davvero da brividi e l'atmosfera che si respira, a tratti, è degna di un film horror fatto bene.


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Il finale è altamente drammatico nonché altamente simbolico. Un epilogo triste e pessimista.
L'altro punto cardine dell'opera, oltre alla regia, è la sceneggiatura. Scritto dallo stesso Lynch, lo screenplay, è strepitoso. Ogni cosa è curata nei minimi dettagli, i personaggi sono studiati a fondo, l'impianto narrativo è intricato al punto giusto, senza risultare eccessivamente contorto. Proprio su quest'ultimo punto, Lynch fa un lavoro esemplare. Scrive tutto fino ai più piccoli particolari, non tralascia nulla, alterna le vicende di Betty e Rita e quelle del regista Adam, apparentemente disconnesse tra loro, in maniera impeccabile. I colpi di scena sono piazzati come meglio non si poteva e dialoghi sono intrigantissimi, sempre densi di mistero.
Lynch si dimostra bravo anche nell'utilizzo dei generi: "Mulholland Drive" non è facilmente classificabile in un genere solo, diciamo che si intrecciano elementi di noir, dramma e thriller psicologico. Non mancano però anche momenti piuttosto grotteschi.


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La colonna sonora è straordinaria, azzeccatissima. Una musica che contribuisce molto a sottolineare il clima tetro del film. Mette una certa angoscia.
Il cast è spettacolare. Abbiamo una Naomi Watts giovane e bellissima. Appena 33enne, l'attrice sfodera una recitazione di un pathos e di un carisma che raramente si è vista nel cinema moderno. Poi è fantastico come la Watts riesca a cambiare tono ed espressione quando da Betty, diventa Diane Selwyn. Un'interpretazione davvero travolgente.
Laura Harring è bravissima. Molto provocante, l'attrice messicana è autrice di una prova convincente sotto ogni aspetto. Ottime le espressioni.
Anche Justin Theroux fa la sua figura. Forse la recitazione dell'uomo, a tratti, è leggermente caricata, però, il tizio, il quale all'epoca aveva giusto 30 anni, dimostra di saperci fare. Forse, il suo, è il personaggio che più mi sta simpatico.

Conclusione: che altro si può dire? Che "Mulholland Drive" è senza dubbio un capolavoro, senza se e senza ma, ed è sicuramente tra le migliori pellicole del 21°secolo. Perfetto in tutto.
Grazie maestro Lynch.