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MULHOLLAND DRIVE regia di David Lynch

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Jolly Roger     8½ / 10  04/06/2016 13:42:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

--------------------SPOILEROSO e AMMAZZAFILM--------------------

Ci sono film ambientati nella realtà (la maggior parte).
Ci sono altri film ambientati in mondi magici.
Poi c'è Mulholland Road.
Un film stranissimo, forse perché la sua vera ambientazione, a ben vedere, non è né la realtà né il sogno, ma l'Inconscio.
Ci sono molte interpretazioni di questo film, secondo la più gettonata delle quali la prima parte è ambientata in una specie di "sogno ad occhi aperti", la seconda, invece, nella realtà.
Io sono d'accordo, perché credo che le spiegazioni semplici siano spesso quelle più vere – ad ogni modo, non concordo pienamente sul fatto che vi sia una separazione così rigida tra la prima parte e la seconda.
Ma andiamo con ordine.

VITA REALE
Nella vita reale, Diane (meglio chiamarla "La Bionda" per non far confusione) è un'attricetta che fa qualche comparsata nei film solo grazie alla sua amica, Camilla (La Bruna), attrice invece famosa ed affermata. Camilla ha tutto, la bellezza, il successo e una storia d'amore con un regista di grido, con il quale sta per sposarsi. Diane La Bionda, invece, è abbastanza sf.igata e vive in un appartamentino che sembra un tugurio. Ovviamente, La Bionda è succube di Camilla. La invidia profondamente, la vorrebbe vedere morta, ma allo stesso tempo non riesce a ucciderla di persona a causa della forte sudditanza che prova. Perciò, ingaggia un killer per far fuori Camilla.

SOGNO
Ora veniamo al "sogno", o per meglio dire all'inconscio (la prima parte del film): Diane La Bionda si chiama Betty (nome visto per caso).
Betty non è una doppia personalità di Diane, ma è il suo sogno ad occhi aperti. E' una specie di alter ego, è quello che La Bionda vorrebbe essere e che nel profondo pensa di essere (essere e voler essere non hanno distinzione, perché si tratta dell'inconscio). Betty La Bionda è la nipote di un'attrice famosissima ad Hollywood. La Bionda fa visita alla zietta, che le ha procurato un provino per un film.
Betty La Bionda è ovviamente il contrario di quello che è nella vita reale: qui è splendente, sorridente, è persino più bella.
Il provino per il film va benissimo.
Lei ed il regista (che, nella realtà, è il promesso sposo di Camilla La Bruna) si scambiano un lunghissimo sguardo sdolcinato, che sottende un amore a prima vista.
Anche Camilla La Bruna è presente nell'Inconscio, ma i ruoli sono completamente invertiti rispetto alla realtà. La Bruna è una sfi.gata che ha perso la memoria (quando invece è proprio la Bionda che sta rifiutando la propria memoria conscia). La Bruna dipende totalmente dalla Bionda, che nell'inconscio è il carattere dominante all'interno della coppia. La Bionda è premurosa, si offre di aiutarla (anche qui, il contrario della realtà, dove è lei invece ad essere aiutata da Camilla). La Bionda opera una vera e propria cannibalizzazione dell'amica, rendendola succube e addirittura simile a sé stessa (le mette una parrucca bionda), arrivando persino ad un rapporto sessuale – liberando quindi un altro suo desiderio inconscio: lei è attratta dall'amica Bruna, risente del suo fascino e per certi versi è "innamorata" di lei.
Camilla è ancora viva nell'inconscio della Bionda: quest'ultima si è pentita di aver commissionato l'omicidio e vorrebbe inconsciamente che l'amica fosse riuscita a scamparla. Per lo stesso motivo, il killer è immaginato dalla Bionda come un inetto, un combina guai che non ne fa una giusta, forse perché lei desidera inconsciamente che il killer sia davvero così, che sbagli e non riesca a portare a termine il suo compito.
L'inconscio della Bionda ha una giustificazione anche per la propria mancata carriera cinematografica: tutta colpa del fantomatico capo della mafia, che ha obbligato il regista a scegliere un'attricetta raccomandata.
Le due "amiche" cercheranno di far recuperare la memoria alla Bruna. In realtà, il tragitto porterà alla destinazione opposta, perché sarà la Bionda a recuperare la memoria della propria vita…
il tunnel da una parte all'altra è il Club Silencio. In quel teatro, le due amiche apprenderanno che TUTTO è una finzione. Il mondo che ci figuriamo è una rappresentazione che noi facciamo a noi stessi, condizionata da elementi che sfuggono al nostro controllo, perciò mendace e senza possibilità alcuna di essere veritiera. Vediamo solo quel che vogliamo vedere e neppure lo vediamo per quello che è.
Si spengono le luci del sogno, si torna nella realtà.

VITA REALE
La Bionda riacquisisce tutti i ricordi, compreso l'assoldamento del killer. In realtà, anche la seconda parte non è perfettamente ancorata alla realtà. Nella scena della festa, la visione delle cose è chiaramente alterata dall'inconscio: la Bionda si sente guardata dagli altri, si sente oggetto di sguardi ironici e di chiacchiericcio. E' come se ogni persona, guardandola, la stesse deridendo per la sua condizione (il che non è senz'altro vero: è la Bionda che sta deformando le percezioni ambientali in modo paranoico).
Sicuramente paranoico è anche il finale, quando, aperta la scatola dell'inconscio come un vaso di Pandora, escono i due anzianotti perversi, che inseguono la Bionda finché ella si spara. Chi sono i due anziani? I genitori? Il simbolo di una vita normale, che la Bionda non avrà mai più? O solo una trovata strana del regista? Non importa.
A ben guardare, tutto il film è un'oscillazione completa tra due visioni di sé stessi, entrambe deformate ed opposte, che risiedono nell'inconscio, condizionate dalla paranoia della protagonista Bionda.