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L'ECLISSE regia di Michelangelo Antonioni

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amterme63     8½ / 10  09/02/2014 20:35:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Antonioni con "L'eclisse" continua la sua esposizione artistica dell'inautenticità e dell'alienazione che comporta il vivere nella società capitalista moderna. Con questo film analizza più dettagliatamente questo importante aspetto spirituale moderno (a cui noi ormai siamo assuefatti) e ne puntualizza le ragioni: queste sono individuate nella brama materiale (di sesso e di denaro) e nella piatta routine quotidiana, nei compiti impersonali, nei ruoli forzati, conflittuali e stressanti a cui la società capitalista moderna ci obbliga.
Non solo. Cerca anche di comunicare visivamente questo messaggio, giocando sui contrasti architettonici fra antichità e modernità, fra ambiente costruito e ambiente naturale; inoltre nel finale ci fa toccare con mano come sia opaca, inerte, ripetitiva, noiosa, senza significato, indifferente, visivamente brutta, la vita moderna.
Il film gira esclusivamente intorno a due protagonisti: Vittoria e Piero.
Vittoria (fino ad ora il personaggio meglio interpretato da Monica Vitti, tra l'altro insolitamente bella) riprende la tipologia, tipica di Antonioni, della donna delusa dagli uomini e dalla vita, combattuta fra desiderio sessuale e bisogno di condivisione amorosa interiore, profondamente incerta su se stessa e su le persone che la circondano. In più però possiede ironia, spensieratezza e anche un po' di pazza leggerezza (e qui la Vitti dimostra tutto il suo talento di attrice leggera e comica). Insomma è il personaggio più "umano" fra quelli proposti fino ad ora da Antonioni. Fa trapelare molto bene la sua esigenza di contatto profondo e complice con la persona amata, soprattutto non razionalizzato o inquadrato, qualcosa che viva fuori dagli schemi e fuori dal tempo. Molte scene sono visivamente eloquenti a proposito (visivamente perché tutto questo non viene spiegato "razionalmente").
Il personaggio maschile materiale, incerto e perdente appare nel primo quarto d'ora del film (Riccardo) e viene rapidamente fatto fuori. Viene introdotto invece un nuovo tipo di personaggio maschile: un giovane rampante, attivo, deciso, attaccato sì al materiale ma consapevole, sensibile e attento anche al significato e al valore ci ciò che fa. Piero (Alain Delon) è il prototipo del protagonista di "Blow Up". Anche lui sguazza come un pesce nelle occasioni fornite dalla caotica crescita economica degli anni '60. Però, grazie alla vicinanza di Vittoria, scopre qualcos'altro, dei sentimenti e dei modi di vivere diversi, alternativi. Il suo sguardo nella scena in cui si deve separate da Vittoria è eloquente a proposito, come pure quando esita e quasi rifiuta di rispondere ai telefoni squillanti. Vittoria stessa esita quasi a rientrare nel flusso caotico del quotidiano, perché è consapevole che è questo quello che rovina tutto.
Il finale vuole essere un esempio di arte moderna, espresso in forma cinematografica. Non comunica o esprime direttamente qualcosa, ma "provoca" la consapevolezza e il bagaglio emotivo e culturale dello spettatore a mettersi in modo e a "creare" un pensiero, una conclusione, un giudizio.
Un bagaglio che non tutti sanno di possedere o vogliono usare, e quindi anche "L'eclisse" è destinata a non essere capita, a passare come qualcosa di "riservato a pochi", se non addirittura un'aborto da rifiutare in toto.