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L'ECLISSE regia di Michelangelo Antonioni

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Ciumi     9½ / 10  19/09/2009 12:39:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Titoli di testa: al twist di Mina sopravviene una musica asettica, fredda, avanguardistica. Poi l'eclisse sonoro. Due corpi in una stanza, un ventilatore, nessuna parola. L'incomunicabilità che s'interpone tra il pianeta donna e il suo astro: dà fine a "l'avventura", cala nuovamente "la notte", i due corpi s'allontanano automaticamente.

Si passa da un nuovo silenzio - quello del brusio e della folla nella Borsa - a quello della notte desolata, in un'escursione verso l'esotico, nell'Africa dei souvenir, delle foto di un'amica, in una stanza.
Vittoria è una donna prosciugata, prova a colmare il proprio vuoto esistenziale con gli interessi e le occupazioni degli altri. La conoscenza in Borsa con un uomo dinamico, pratico, traffichino, le dà l'illusione d'una nuova passione che possiede in verità l'arsura d'un "deserto rosso". Il tempo di qualche incontro. Il gesto amoroso e il gesto indifferente si sovrappongono. Il sole che apre i petali ad una rosa, è lo stesso che fa roventi quelle dune. Un nuovo disamore. Un ultimo appuntamento al quale nessuno dei due si presenta.

Dopo la breve schiarita senza sollievo, fa ritorno l'eclisse, pertinace, irrisolvibile. Un collage di quartieri vuoti, architetture rigide, inquadrature inelastiche, rapidi squarci Hopperiani, impalcature, fronde inerti, balconi spopolati, gente che aspetta, solitudine degli individui, isolamento dei luoghi… Sino a notte: lampioni s'accendono in silenzio… strade vagano in zone di mistero…

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