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I VITELLONI regia di Federico Fellini

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JOKER1926     6½ / 10  05/11/2013 16:30:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un titolo famoso della filmografia di Fellini appartiene all'operato del 1953, "I vitelloni" è un altro film che evidenzia lo stile del regista.
Appurato che lo stile del regista non è semplice da razionalizzare, "I vitelloni" va comunque ad incarnare una nuova lettura (a tratti biografica) di Federico Fellini.
Cinque giovani sono i fulcri della storia, una storia che verte in situazioni quanto mai poliedriche, fra dramma, sentimento e commedia. Alla lunga sarà proprio questa baldanzosa mimetizzazione di contenuto a portare qualche critica alla regia.
Il film del regista italiano nonostante presenti una buonissima cornice (fra fotografia e cast) viene ad esser discusso, a più riprese, per quanto concerne la storia. La sceneggiatura è sicuramente buona, l'introspezione non è assoluta, ma le idee sono abbastanza delineate. Come detto, invece, è proprio la storia a mostrare qualche lacuna. Insomma si avverte la sensazione che "I vitelloni", dopo il corso della durata, ha pochi messaggi morali da offrire. Il banchetto di Fellini appare essere troppo vago e a tratti filosofico. Lo spaccato di una combriccola di amici, in linea di massima, potrebbe essere un ottimo "pretesto" per uno sviluppo più nutriente. Nutrimenti che mancano in modo quasi assordante.
Le note positive, quelle oggettive poi, sono per un buonissimo Alberto Sordi e Franco Fabrizi. Il primo in una parte quasi secondaria, il secondo, Franco Fabrizi, ha molto più spazio e si destreggia molto bene.
Interlenghi il migliore nella parte di un silenzioso Moraldo, uomo che cerca la fuga (spirituale). Quelle della spiritualità e della creatività inoltre sono nozioni toccate più volte, in più produzioni, da parte di Fellini.

Andando a sigillare l'analisi impregnata su "I vitelloni" rimane allo spettatore un qualcosa di personale, magari i volti di alcuni attori, magari le caratteristiche degli stessi, forse il più memorabile resta Fabrizi. Da antologia alcune inquadrature della regia, specie nel finale, vedere la carrellata che fotografa il sonno dei protagonisti, eccetto uno. La storia paga comunque il fatto di esser troppo imprevedibile volendo, inoltre, virare quasi esclusivamente sul personale.