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I VITELLONI regia di Federico Fellini

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Dom Cobb     6½ / 10  27/09/2018 17:28:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La vita di un gruppo di giovincelli già cresciuti ancora disoccupati trascorre nel loro piccolo paesello romagnolo fra un incontro al bar, qualche disavventura e una storia romantica; ad accomunarli tutti è l'alone d'incertezza nei confronti del loro futuro...
Archiviato il bizzarro esperimento de "Lo sceicco bianco", avventura tinta di comico che si può considerare una pecorella nera nella di lui filmografia composta per lo più da drammi, questo si può considerare il vero esordio di Federico Fellini regista, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti narrativo e tematico; il risultato finale non mi ha convinto fino in fondo, anche se ne riconosco un certo merito, soprattutto per quanto riguarda i contenuti.
Ora, questo è solo il secondo film del regista che vedo, perciò non posso sbilanciarmi troppo da una parte o dall'altra; ma se da quanto ho letto e sentito in giro le opere felliniane, tra le più note, acclamate e d'impatto del cinema nostrano dei tempi che furono, si possono dividere fra l'iniziale stagione neorealista e quella più tarda e surrealista, allora qui certi tratti distintivi di questa prima fase sono bene in evidenza. La narrazione è asciutta, priva di enfasi particolare e totalmente con i piedi per terra, Fellini ovviamente cerca di catturare la naturalezza della vita quotidiana in ambiente paesano di quei tempi e lo fa con successo. In questo modo, conferisce al tutto un'atmosfera calda e rilassata: l'ambiente in cui si svolge la vicenda trabocca di familiarità e se alle lunghe il succedersi di eventi "quotidiani" diventa un po' ripetitivo, così viene anche sottolineata la completa staticità in cui versano le vite di ciascuno dei protagonisti, i quali ripiegano su qualsiasi mezzo pur di vivacizzare le proprie esistenze, anche solo con battutacce o scherzetti innocui.


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Quindi sì, come capsula che cattura l'atmosfera di un'epoca in un determinato posto e la mentalità di una certa fascia d'età, "I vitelloni" funziona benissimo; anzi, anche troppo bene, ed è questo il problema fondamentale che mi ha impedito di farmelo piacere. Il film riesce ad esprimere il suo messaggio fin da subito, basta guardarsi pochi minuti per capire il tema e il suo significato, e questo ci lascia con altre due ore di sottotrame e dramma che non fanno altro che rimarcare lo stesso punto (un problema comune a tutti i film neorealisti, anche ai migliori). E dopo un po', questo annoia, tanto più che la maggior parte dei personaggi e attori finiscono col mischiarsi fra di loro: ad essere onesti, ho faticato a ricordarmi chi è chi e chi è invischiato in quale vicenda, non ricordo neanche i loro nomi. L'unico a salvarsi (ovviamente) è un Alberto Sordi ancora relativo sconosciuto, che è anche la primaria fonte della poca commedia presente. Non male invece le musiche di Nino Rota, evocative e nostalgiche.
Una capsula temporale mascherata da melodramma sociale, "I vitelloni" resta comunque un affascinante testimone della sua epoca, ed è come tale che acquista un maggior valore, e forse anche maggiore godimento. Ma non so se questo basta a renderlo il capolavoro che tutti dicono.


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