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UNA GIORNATA PARTICOLARE regia di Ettore Scola

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Niko.g     8½ / 10  09/06/2012 17:54:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
(Spoiler presenti)

1938. Una famiglia fascista. Lei, moglie frustrata, depressa e ignorante. Lui, marito autoritario, rozzo e ovviamente puttaniere e sporcaccione. La famiglia del Mulino Bianco al contrario, in pratica. Però, attenzione. Poi arriva l'altro: l'omosessuale innocente, malinconico, portatore di amore, simpatia e intellighenzia salvatrice. E così, improvvisamente, la nostra fascista cambia la sua visione del mondo. Tempo qualche ora, ma sempre con delicatezza, si butta tra le sue braccia e ci fa pure l'amore!
Ovviamente, davanti alla Loren e a Mas*****nni, tutto passa allegramente in cavalleria e così, fra tanta strombettante retorica antifascista, ci si ritrova, me compreso, ad ammirare la loro bella interpretazione, la struggente fotografia, la geniale trovata del sottofondo radiofonico e l'eleganza formale della macchina da presa.
Niko.g  09/06/2012 18:00:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah, per scrivere bene Mastròianni, non serve andare al confino. Basta mettere la "o" accentata.


elio91  09/06/2012 18:11:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, anche per scrivere cogliòne.
scantia  09/06/2012 18:49:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Strombettante retorica antifascista non direi proprio, anzi uno dei pregi è proprio la delicatezza e la sobrietà con cui il tema è trattato, ancora più evidente dal confronto con la pomposa, invadente retorica della propaganda di regime.
Non condivido neanche chi vuole dare del personaggio di Mastroiànni una lettura eccessivamente politicizzata: è una vittima della morale fascista, non delle sue presunte idee sovversive (cito a memoria) -"...non sono io ad avercela col regime, è il regime che ce l'ha con me!"
Niko.g  10/06/2012 11:10:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo con te sulla delicatezza con cui il tema è trattato. Mi sembra però che Scola utilizzi più di uno stereotipo (il binomio casalinga-infelice) per permettere al personaggio di Mastròianni di avere gioco facile su Antonietta. Essendo vittima del regime fascista, mandato al confino per la sua omosessualità, lo spettatore gli concede credito e così succede, ad esempio, che l'infedeltà coniugale non abbia una valenza negativa in sé, ma sia positiva nel caso di Antonietta, negativa nel caso del marito, fedele al regime. In questo ci vedo molta retorica antifascista ma (come diceva qualcuno) non è un difetto, è carattere.

elio91  10/06/2012 12:52:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io sinceramente inizialmente ho trovato fuori luogo la scena di sesso con la casalinga, insomma non sapevo bene come inquadrarla. Le parole del personaggio di Mastròianni dopo il rapporto però mi hanno fatto ricredere.
Comunque niko, io non ci ho visto alcuna retorica antifascista, credo che prendere gli emarginati simbolo del periodo sia una scelta forse troppo facile ma se hai mostri sacri a recitare in quel modo, lontanissimo dagli stereotipi, per me il film è completamente riuscito in ogni sua componente.
Aggiungo anche che la Loren cosi brava non è mai stata, neanche nella Ciociara. Marcello è un monumento.