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VESTITO CHE UCCIDE regia di Tobe Hooper

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BlueBlaster     4 / 10  15/01/2014 03:29:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ribadisco un concetto che forse ho già espresso ossia che Tobe Hooper è come Wes Craven, ma anche altri, ossia sono registi pionieri della New Horror...mestieranti che iniziarono la loro carriera raccontando un orrore diverso da quello a cui il Cinema di genere (salvo sporadici casi) ci aveva precedentemente abituati: una crudeltà realistica e sociale molto violenta e visivamente disturbante. Ognuno pi prese la sua strada, quella di Craven fu più fortunata ma Hooper non credo se la passi male, ma entrambi hanno come punto d'incontro il fatto di essersi venduti e aver realizzato prodotti non propri...film TV più che dimenticabili che dei registi "contengono" solo qualche sprazzo stilistico!
E' il caso di questa pellicola di serie B davvero poco conosciuta per ovvi motivi e solo su Filmscoop le opinioni sono (per ora) relativamente positive.

Un vestito azteco che se indossato accende istinti assassini (oltre che altri istinti repressi vedi libido o frustrazioni), ne scaturiscono un insieme di situazioni atte a far indossare il mantello a più persone con risultati quantomeno grotteschi e risibili. Il regista non riesce ad imporre minimamente i suoi marchi di fabbrica questa volta e le scene patetiche abbondano nonostante qualche piccolo guizzo qua o la che però è castrato dai limiti sia di budget che di censura!

Una storia stupidina e scontata, con intramezzi sexy tanto per rallegrare gli animi dello spettatore che sicuramente sarà annoiato a morte...la matrice televisiva riduce sangue e omicidi a continui fuoricampo e quindi non resta nulla da raccontare al povero malcapitato che vede questo film!
Cast insignificante nonostante la presenza di qualche nome importante come un Anthony Perkins ormai "finito" e relegato ad un ruolo secondario.
La versione italiana poi annienta la pellicola con un doppiaggio scadente e su tutti proprio la voce di Perkins che è quella che davano solitamente ai vecchietti nelle commedie di seconda categoria.