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GERMANIA ANNO ZERO regia di Roberto Rossellini

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amterme63     9 / 10  25/11/2007 22:52:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film molto coraggioso e anticonvenzionale. Rossellini dimostra di amare moltissimo l’arte se decide di filmare una storia ambientata in una nazione disastrata e moralmente a pezzi come la Germania del 1947, e per di più da un punto di vista che coinvolga gli sconfitti. La storia raccontata è poi molto cruda e per rendere il tutto più realistico non si nasconde niente dell’ambiente in cui i protagonisti vivono, mostrando liberamente le macerie, le distruzioni ma soprattutto il disagio psicologico e morale di una nazione sconfitta.
Per rendere la storia più toccante e drammatica si utilizza il punto di vista di un bambino (Edmund), il soggetto più adatto per mostrare tutte le cattiverie e le storture di una società disastrata. I problemi della sopravvivenza vanno avanti a tutto e il povero ragazzino per poter aiutare la famiglia s’ingegna in qualunque maniera, scontanto però la sua ingenuità e inesperienza della vita. Si fa vedere insomma un mondo dove non esiste pietà, ognuno pensa per sé e ci si approfitta di chiunque, anche di un bambino.
Rossellini poi ha il coraggio di mostrare come il nazismo non sia sparito del tutto dopo la sconfitta e come riesca a nascondersi e addirittura a voler risorgere. Il fratello maggiore di Edmund è rimasto nazista fino all’ultimo secondo e adesso pur di non farsi scoprire (come se volesse rimanere ancora idealmente fedele al Fuhrer) rinuncia a contribuire alla sopravvivenza della famiglia. Edmund subisce ancora il fascino di questa ideologia così penetrante nella psiche della gente. Entra così in contatto con il suo ex maestro di scuola fervente nazista e con un ex generale. Qui Rossellini mostra le degenerazioni di questi fanatici. Intanto ce li mostra chiaramente come dei pedofili e quindi metaforicamente come circuitori di deboli e indifesi. Non rinunciano a diffondere le loro farneticanti idee sulla pulizia della razza (eliminare i più deboli a pro dei più forti) per ritirarsi vigliaccamente di fronte alle tragiche conseguenze delle loro idee.
Quello che paga è proprio Edmund, il quale, senza alcuna fiducia nel mondo che lo circonda, in colpa per avere tradito il valore della famiglia (l’unico appiglio che gli restava) in nome di una falsa ideologia, si trova letteralmente senza più terreno sotto i piedi. E’ un po’ il destino dell’intera nazione tedesca che è andata incontro all’autodistruzione.
Per fortuna non tutto è perduto. Ci sono ancora persone oneste, persone dignitose che combattono cercando di restare oneste e donando la propria solidarietà agli altri. Il personaggio che rappresenta il futuro della Germania è la sorella di Edmund, Eva; il debole e malato padre di Edmund simboleggia invece i tedeschi del passato che sono stati troppo deboli nei confronti del nazionalsocialismo.
Rossellini, a differenza di De Sica/Zavattini, non approfondisce la vita e la psiche dei suoi personaggi ma soprattutto non lascia neanche uno spiraglio di speranza, non lascia intravedere la famiglia e la solidarietà come uniche possibili ancore di salvezza, non sempre funzionano secondo lui.