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C'ERAVAMO TANTO AMATI regia di Ettore Scola

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dobel     10 / 10  06/10/2009 15:45:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film ricchissimo, di idee intendo. Tutte sviluppate magnificamente; tutte profonde e intelligenti.
Uno dei capolavori del cinema italiano (e non solo, mi permetterei di dire). Un film sincero e sempre filtrato poeticamente grazie all'interpretazione magistrale di Gassman, Satta Flores, della Sandrelli e di un Fabrizi meraviglioso. Il più grande di tutti però trovo sia Manfredi: la sua è un'interpretazione assolutamente commovente.
Lo scontrarsi dei sogni con la realtà; il fallimento di una generazione idealista divorata (come sempre nella storia, purtroppo) dal pragmatismo e dalla furberia di chi fa del compromesso una forma di vita ed un impiego.
Il personaggio più amaro, Gianni (interpretato da Gassman), è l'uomo che ha improntato di sé l'Italia del dopoguerra. Antonio e Nicola (rispettivamente Manfredi e Satta Flores) sono coloro che hanno continuato a credere nei valori della resistenza e della democrazia prendendola regolarmente in quel posto. Una bravissima Giovanna Ralli interpreta Elide, la figlia ignorante di Romolo (un industriale fascista vecchia scuola interpretato da Fabrizi), che diverrà la moglie dell'opportunista Gianni. Elide rappresenta quella categoria di persone che fanno parte della terra nel modo più schietto; persone che se vengono sradicate ed elevate culturalmente non sanno più gestire la propria mente sino ad arrivare al suicidio. Fabrizi rappresenta la vecchia classe, quella che in fondo non ha alcuna intenzione di morire. Certo, passa il testimone ad una generazione più astuta e mafiosa, ma non molla ciò per cui ha lavorato una vita.
Tutto questo si mescola all'idealismo dell'intellettuale Nicola, che combatte affinché la cultura diventi parte integrante della società e momento centrale dello sviluppo; e si mescola alla ingenuità colma di valori semplici ma vivi di Antonio, un portantino che crede ancora nell'amicizia, nella lealtà, nel prossimo e in un mondo migliore.
Il film viene significativamente dedicato al Maestro Vittorio De Sica, colui che fotografò l'Italia in un periodo drammatico come il primo dopoguerra. Scola ci pone di fronte ad un affresco struggente che ritrae una generazione di italiani che seguiranno la ricostruzione. Forse il film più personale del regista... e il migliore.