Dom Cobb 8 / 10 31/08/2019 22:32:54 » Rispondi In una torrida e soleggiata giornata estiva, il timido e introverso studente Roberto si ritrova sotto casa Bruno, uno sconosciuto che chiede di entrare un attimo a fare una telefonata. Quello che doveva essere un inconveniente di pochi minuti si trasforma in un'avventura quando Roberto si lascia convincere ad accompagnare Bruno nella sua spider... Immagino di averlo già accennato prima, però ho le mie magagne con il nostro cinema, sia di ieri che di oggi, pur riconoscendone molte qualità valide, e questo film non fa eccezione. Simbolo della commedia all'italiana all'apice della sua popolarità, esso rappresenta anche l'opera più celebrata di Dino Risi, forse a ragione col senno di poi. Non me la sento di gridare al capolavoro, ma soltanto per una questione di gusti personali. C'è qualcosa dei film italiani che mi impedisce di godermeli appieno, e se sto qui a congetturare su cosa sia di preciso starò qui fino all'anno prossimo. Parlando del film in sé, siamo comunque di fronte a uno degli esempi più riusciti del suo genere: nonostante la tipica struttura narrativa episodica, che si regge su una premessa semplice semplice e una trama che più lineare non si può, il ritmo regge abbastanza bene dall'inizio alla fine, merito questo di due fattori. Innanzitutto c'è l'ampio spazio dedicato all'esplorazione dell'Italia del boom economico, per certi versi un'epoca d'oro sebbene anche con le sue ombre, una carrellata di luoghi, suoni e sensazioni che la pellicola riesce a catturare molto bene, dando un po' di nostalgia per tempi più semplici e genuini persino a chi quegli anni non li ha mai vissuti.
La colonna sonora e le scene in spiaggia, per qualche motivo, sono le prime a tornarmi in mente ogni volta che ci ripenso, forse perché entrambi testimoni di gusti ed abitudini che, negli ultimi decenni, sono andati un po' persi.
In secondo luogo, c'è la perfetta alchimia fra Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, entrambi in stato di grazia sia in coppia che in singolo. I loro personaggi sono delineati perfettamente, ciascuno l'esatto opposto dell'altro. Al punto che quando il finale arriva, rimane sempre una sorpresa come la prima volta, se positiva o negativa, ancora mi riesce difficile stabilirlo con chiarezza.
Ad essere onesti, il finale tragico che salta fuori all'improvviso, con Roberto che muore nello schianto della macchina, non ritengo ci stia molto bene come conclusione (sarebbe meglio dire interruzione, visto che non mi ha mai dato la sensazione di una fine), più che altro perché non so cosa mi dovrebbe rappresentare. Stona completamente in termini di atmosfere e comunica soltanto confusione. Come la vita reale, in effetti; anche lì certe cose accadono dal nulla e ci rimangono un sacco di domande e niente risposte. Ma è davvero qualcosa che ha a che fare con il messaggio del film? In effetti, qual è il messaggio del film, in generale?
Insomma, riconosco l'impatto che il film ha avuto su molte persone, che di certo si sentiranno in vena di capirlo molto meglio di me; ma il finale repentino e la struttura episodica mi impediscono di ergerlo su un piedistallo come fanno tanti altri. E' un prodotto valido, ma per me personalmente più come cartina tornasole di un tempo che fu, come testimonianza di un'epoca sociale ormai defunta e rappresentata con scanzonato affetto, volendo anche come eccellente prova attoriale di due ottimi protagonisti. Ma a parte questo, niente di più.