caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

COLLATERAL regia di Michael Mann

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
kafka62     7½ / 10  18/04/2018 13:51:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In "Collateral" la macchina da presa di Michael Mann attraversa senza sosta e in tutte le direzioni, tanto lungo le freeways che si snodano a perdita d'occhio, ognuna apparentemente uguale all'altra, quanto dall'alto dei grattacieli che dominano un via vai di automobili che assomiglia a un fiume possente, che incute soggezione, una Los Angeles notturna, la cui skyline non è mai stata così cinematograficamente affascinante. In questa immensa megalopoli senza centro il regista ci accompagna come un premuroso anfitrione che voglia trasmetterci un po' della bellezza nascosta sotto la sua superficie algida e tecnologica, ci invita a prendere topograficamente le misure (grazie ai tempi cronometrati dal tassista) di quello che a prima vista sembra essere un caotico labirinto ma che, una volta decifrato, lascia scorgere angoli appartati e solitari, in cui è addirittura possibile osservare un lupo attraversare indisturbato la strada (è, questa, una sequenza magica, una sorta di parentesi incantata all'interno di un film frenetico e concitato). Gli stessi personaggi principali sono connotati moralmente dal loro atteggiamento nei confronti della città (il forestiero Vincent vorrebbe scappare al più presto di lì, mentre il tassista al contrario ci vive bene, pur sognando a occhi aperti, nei momenti di riposo, un incantevole atollo nelle Maldive). Insomma, non è esagerato affermare che la vera protagonista del film di Mann è proprio lei, Los Angeles, assai più dei due deuteragonisti in carne e ossa.
Luogo dell'azione a parte, "Collateral" è comunque un poliziesco ben congegnato, adrenalinico e coinvolgente, in cui un killer freddo ed efficiente, che deve eliminare in una sola notte cinque testimoni di un processo, coinvolge l'ignaro tassista che lo accompagna in una serie di sparatorie e inseguimenti che non lasciano un attimo di respiro allo spettatore. Nel corso della notte, che all'inizio lascia anche l'opportunità di far scambiare ai due considerazioni di carattere filosofico-morale (perché Mann ci tiene a far capire che nelle sue opere non sono semplici uomini a fronteggiarsi, ma addirittura il Bene e il Male, anche se i rispettivi confini non sono sempre facili da delineare e tenere distinti), il tassista, uomo pacifico e altruista, sarà costretto perfino a sostituirsi al killer e a trarre profitto dai suoi insegnamenti per risolvere a suo favore la inevitabilmente cruenta resa dei conti. Gli imprevisti che i due incontrano lungo la strada (e che mettono ben presto sulle loro tracce gangsters, polizia ed FBI), costringendo il killer a improvvisare di volta in volta la sua strategia, rendono vivace e imprevedibile il film, anche se, dopo la prima ora, esso tende lentamente a trasformarsi in qualcosa di assai più convenzionale, e l'epica sfida finale sulla metropolitana, con Tom Cruise che sembra Terminator, sa francamente di déjà vu. Vincent è un personaggio titanico, che sfrutta ai suoi fini (a differenza di altri suoi predecessori, come il Frank Costello di Melville o il "ghost dog" di Jarmusch) anche l'ambiguità e la menzogna (come quando uccide il proprietario del jazz club, dopo aver fatto credere al tassista di voler assistere a un concerto della sua musica preferita): a lui però Tom Cruise, capelli grigi, occhiali scuri e modi eleganti, non riesce a dare quel tocco in più che gli avrebbe dato, per esempio, un attore carismatico come De Niro. Dal Mann regista, invece, arriva un'ulteriore conferma del suo talento, e sia che riprenda una sparatoria in una affollata discoteca oppure inquadri la sagoma di un uomo alla finestra dell'ultimo piano di un grattacielo, rivela una strabiliante padronanza dei mezzi tecnici a sua disposizione, pur senza creare, a essere sinceri, sequenze tali da far parlare di "Collateral" come di un capolavoro del cinema noir.