Dom Cobb 8 / 10 29/10/2014 19:03:37 » Rispondi Tutti gli animali della savana africana si radunano per festeggiare in grande stile la nascita del loro futuro re, il giovane Simba. Il leoncino è destinato a prendere il posto del padre Mufasa, un giorno, come re, ma dovrà guardarsi dalle insidie dello zio Scar, intenzionato a prendere il potere ad ogni costo... Il re leone porta a compimento un processo che vede le sue radici nell'ormai lontano Basil, quando la nuova generazione di animatori tentava di reagire all'abbandono dei loro mentori e si organizzava per impedire che il genere dell'animazione a mano precipitasse nell'oblio: da allora, l'energia e la perizia di ciascuno di loro è cresciuta fino ai livelli di gioielli come La sirenetta e Aladdin, e per certi aspetti, soprattutto legati alla popolarità e al successo commerciale, Il re leone rappresenta l'apice e la chiusura di quel processo. Con esso si chiude la prima parte del Rinascimento Disney, senz'altro la più gloriosa, e una serie di eventi nefandi porterà a cambiamenti sempre più vistosi nell'andazzo degli studios. Ma questa è un'altra storia. Il re leone detiene molti primati nella cultura popolare di oggi, anche se quello di essere il primo film Disney a non essere basato su alcuna opera preesistente è forse il meno sottolineato; comunque, ciò è la causa principale della diversità di questo lungometraggio rispetto a quelli che lo hanno preceduto di recente. In primo luogo, non si tratta di una fiaba, ma di un racconto di formazione, come lo era stato Bambi a suo tempo; in secondo luogo e ben più importante, sia nello stile animato che nella narrazione, nonostante i vari momenti leggeri, spensierati e comici, si tratta di un prodotto dalla carica fortemente drammatica. L'animazione è a livelli eccelsi, e credo che si possa dire senza esagerazione alcuna che Il re leone sia uno dei film d'animazione più spettacolari e maestosi di tutti i tempi: sfondi, panoramiche, layout e movimenti di macchina virtuali, che offrono al pubblico tutto il suadente e minaccioso fascino della savana africana, donano al film un fasto e un grandeur del quale solo pochi classici nella filmografia disneyana si possono fregiare (da notare un crescente utilizzo del computer).
Su tutte, spicca la favolosa sequenza iniziale, ormai divenuta una specie di film a sé stante, al punto che venne scelta a suo tempo come trailer. Si tratta, un po' come la scena di volo in Bianca e Bernie, di un marchio per stabilire il tono e lo stile del film.
Naturalmente, la stessa qualità dell'animazione permane anche nella realizzazione dei personaggi, che mantiene alti gli standard inaugurati tanti decenni or sono con la prima apparizione sul grande schermo di Biancaneve e dei suoi sette nani. Il lato dei contenuti rappresenta un tasto interessante da toccare, almeno per quanto mi riguarda: il fatto è che, per quanto ammiri l'approccio adulto che registi e sceneggiatori hanno adottato, per quanto rispetti e condivida il messaggio che la storia vuole trasmettere, non posso ignorare il fatto che non molti sono i momenti in cui mi ritrovo emotivamente coinvolto. E il motivo di questo mi sfugge, specie considerando che i personaggi tutti, bene o male funzionano, e che l'aspetto pedagogico viene trattato con una sottigliezza invidiabile senza, dunque, risultare fastidioso.
A questo proposito, vorrei precisare una cosa: ho sentito alcune persone lamentarsi del presunto messaggio del film, dicendo che esso veniva comunicato male. Queste persone dicevano che la storia dovrebbe insegnare a prendersi la responsabilità dei loro errori, ma dato che il protagonista questo errore che credeva di aver commesso non lo ha commesso per davvero, il messaggio non sta in piedi (Simba, infatti, viene indotto a credere di aver causato lui la morte del padre, ma non è così). Chi curiosa su certi canali Youtube, sa di chi e cosa parlo. Non sono d'accordo, perché credo che queste persone abbiano frainteso il messaggio: il punto non è se Simba ha causato la morte del padre o no, il punto è che Simba, in seguito a un brutto evento che è accaduto, ha deciso di scappare e di non assumersi le responsabilità che il suo ruolo nel "Cerchio della vita" richiedono. Il film da un chiaro messaggio di perseveranza: nella vita accadono brutte cose, è vero, ma ciò non deve essere preso come una scusa per sfuggire alle nostre responsabilità, bisogna continuare nonostante tutto a lottare per guadagnarsi il proprio posto nel "Cerchio della vita".
Insomma, la verità è che non riesco mai veramente ad appassionarmi alla storia che viene raccontata e ai personaggi che vi figurano, sebbene entrambi funzionino bene, e i momenti per i quali per me vale davvero la pena rimanere seduto a guardare sono solo un paio.
La già citata sequenza iniziale, la magnifica scena degli gnu e il combattimento finale sono gli unici tre momenti in cui emotivamente sono interessato, anche se ancora mi chiedo se ciò dipenda dai personaggi e dalla storia o forse dal piacere di osservare l'animazione ed ascoltare la musica.
Forse dipende dal fatto che i personaggi stessi, per quanto ben scritti, animati ed integrati nella storia, non reggono il confronto con figure di altri lungometraggi: fatta eccezione per il climax, Simba non mi ha mai suscitato molta simpatia, e altri come Zazu, Rafiki e il duo Timon-Pumbaa solo in pochi momenti riescono ad esprimere il loro pieno potenziale. Scar non è male come cattivo, ha la stessa classe e carisma di Jafar, nonché lo stesso efficace miscuglio di ironia e minaccia e un doppiaggio italiano stupendo come la performance originale di Jeremy Irons; eppure, gli manca qualcosa, forse è che nella parte centrale perde d'un tratto tutta la sua dignità, standosene sdraiato ad esigere canzoni da un riluttante Zazu.
Una fortuna che, nel finale, si riprenda alla grande, e gran parte del merito è del grande Tullio Solenghi, che in quelle scene supera sé stesso. "Oh, Simba, sei di nuovo nei guai! Ma adesso non c'è più il tuo paparino a salvarti. Ed ora tutti sanno.... PERCHÉ! "Come desiderate...vostra maestà!!"
In poche parole, lo scarso livello di coinvolgimento nella storia è dovuto, nel mio caso, a una carrellata di personaggi che, seppur validi, mancano della necessaria scintilla. A controbilanciare la mancanza di interesse nei personaggi c'è, per fortuna, una signora colonna sonora, firmata da quel geniaccio di Hans Zimmer che sforna una delle sue composizioni migliori. Sembrerà strano, ma le musiche sono l'unico motivo per il quale sento sempre di voler guardare questo film: ascoltare i temi ora potenti, ora delicati del maestro Zimmer e la struggente canzone tema di Elton John e Tim Rice che accompagna i titoli di coda. Peccato che un paio delle altre canzoni stonino con le atmosfere imponenti del film, smorzando alquanto l'effetto finale della pellicola.
"Hakuna Matata" e "Voglio diventar presto un re" sono dannatamente fuori posto, oltre a non essere molto interessanti per quanto mi riguarda. "Sarò re", invece, diverte sia in inglese che in italiano.
In ogni caso, anche se non posso liquidare tali deficienze come difettucci, poiché di fatto hanno un certo impatto sul giudizio finale, Il re leone resta un pilastro nel suo genere, almeno a livello di storia, tecnica e musiche. Un film divenuto un cult moderno, ormai parte imprescindibile della nostra cultura popolare, celeberrimo, venduto fino alla nausea, considerato uno dei più grandi capolavori della factory del topo. Pur non arrivando fino a quel punto, il mio voto è senza dubbio positivo, sempre ricordando che il mio entusiasmo va solo a certi aspetti del film piuttosto che al film in sé.
hghgg 31/10/2014 15:59:15 » Rispondi "Peccato che un paio delle altre canzoni stonino con le atmosfere imponenti del film" Ma il film in alcune parti sdrammatizza chiaramente e contiene anche parti ironiche quindi non trovo affatto che quei pezzi siano fuori posto, soprattutto il primo, sottolineano solo che il film non ha solo intenti epici-drammatici.
" "Sarò re", invece, diverte sia in inglese che in italiano." Divertente nel senso che è una grande scena allora si, per il resto non credo volesse divertire, non con in mezzo citazioni a Stalin e Hitler. Direi che è piuttosto terrificante invece.
Dom Cobb 01/11/2014 14:52:58 » Rispondi Per "Sarò re" mi riferivo più alla melodia e ai testi, ma in ogni caso è sempre stata una delle parti del film che mi divertivano di più ogni volta che lo guardavo. Lo so, sono uno psicopatico...
hghgg 04/11/2014 19:08:51 » Rispondi Siamo in due eh anche per me era una parte fighissima.
hghgg 31/10/2014 15:56:02 » Rispondi " il primo film Disney a non essere basato su alcuna opera preesistente" Se escludiamo il riferimento nemmeno tanto velato ad una cosina chiamata "Amleto", si, è vero. Non dico ci sia basato su eh certo,ma il riferimento c'è e pure bello pesante.