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4BIA regia di Parkpoom Wongpoom, Banjong Pisanthanakun, Paween Purijitpanya, Yongyoot Thongkongtoon

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Ciaby     8 / 10  17/08/2009 21:57:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Horror di gran classe, diviso in episodi e diretto da maestri del genere, "Phobia" (o meglio "4bia") è uno di quei (tanti) film che dimostra che l'horror asiatico non è affatto morto: morboso, angoscioso, a tratti divertente e stralunato, il film si presenta come una fresca e innovativa alternativa all'horror più classico.
Dietro la firma dell'opera i due registi del capolavoro "Shutter", il creatore del bel "Body #19" e il regista della bizzarra commedia stupidotta "The Iron Ladies", che confezionano quattro episodi diversi tra loro, ma tutti arguti, riusciti e in qualche modo geniali.

Tutto parte con il bel "Happiness", corto privo di dialoghi (se non si considerano gli innumerevoli sms ricevuti dalla protagonista). E' proprio la mancanza di parlato a dare fascino al frammento: la completa assenza di parole rende ancora più inquietante e reale il malessere e la solitudine provati dalla protagonista, che passa le giornate ad aspettare gli insistenti sms di un ammiratore segreto. Thongkongtoon, regista che fino ad ora aveva realizzato praticamente solo commedie, lavora con grande maestria sull'uso di luci ed ombre, partendo da un rassicurante incipit quasi romantico e terminando in un vorticoso spiraleggiante ritmo oscuro, che trova il suo culmine nell'ottima parte finale, con la stanza della ragazza completamente immersa nel buio. Unica luce: il display del cellulare. Unico suono: la vibrazione che preannuncia l'arrivo degli sms, e quindi del terrore.
la tensione è incredibilmente riuscita e carambolata sia grazie all'ottimo uso dell'immagine che da una colonna sonora azzeccata. Il risultato non punta, dunque, a spaventare con spaventi e scatti improvvisi, ma con l'uso dell'atmosfera straniante, ormai andata perduta con gli horror contemporanei.

Segue "Tit For Tat", francamente il frammento più debole, permeato da una regia fin troppo tamarra del giovane esordiente di "Body #19", che miscela un uso quasi abusato dell'orrenda computer graphica, completamente sbagliata nell'horror e da sempre vezzo degli USA e una fascinazione platonica e palese verso la saga di "Final Destination", sia nel ritmo che nell'intercedere delle morti. L'episodio funziona in ritmo e in montaggio (serratissimo), oltre che nei picchi splatter originali. Il risultato finale è piacevole, ma completamente compromesso da orrendi effetti speciali al computer che anzichè spaventare ridicolizzano un po' tutto. Finendo per rovinare un potenziale gioiello in un mero film di terrore, per fortuna alla fine in un certo verso, funziona.

E' la volta del piacevole "Middle Man", che miscela argutamente horror e commedia. Più che l'elemento horror (comunque ben calibrato, grazie ad un'ottima tensione e un colpo di scena finale davvero azzeccato) sono le miriadi di citazioni metacinematografiche a rendere l'opera un gioiello.
"Middle Man" si beffa di tutto: da "Shutter" a "Il Sesto Senso", da "Titanic" a "The Others", in un pot-pourri di dialoghi davvero divertenti e stuzzicanti.

Questo il dialogo-perla del frammento:

-Alla fine di "Shutter" il fantasma siede sulle spalle del protagonista. Per questo aveva male al collo
-Un po' come la fine di "Titanic", dove Rose sedeva sulle spalle di Jack
-C.azzo!
- Non lo sapevate? "Titanic" è stato il primo film a lanciare l'idea della donna che siede sulle spalle dell'uomo! Ed è uscito una decina di anni fa
-Oddio! Quindi "Shutter" ha copiato da "Titanic"
-Già!
-Fottut.i film thailandesi!

La piacevolezza di sapersi autoironizzare ("Shutter" è un film dello stesso regista di questa piccola gemma) rende questo episodio piacevole e completamente riuscito.
Ma è il successivo "Last Fright" (ad opera dell'altro regista di "Shutter"), il capitolo migliore: un thriller ad alta quota che termina in horror e offre una paura tangibile e quasi assordante, grazie ad una tensione mai così geniale. Anche qui è fondamentale l'uso delle ombre, che rendono di "Last Fright" un'operetta horror davvero inquietante e ottimamente realizzata.

Se cercate un horror innovativo, spaventoso e intelligente non ci sono dubbi: "Phobia" fa per voi, dimostrando che ormai la Thailandia è prossima al regno dell'horror...