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TAKUT regia di Rako PRIJANTO, Riri RIZA, Ray NAYOAN, Robby ERTANTO, Raditya SIDHARTA, The MO Brothers

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Ciaby     6½ / 10  02/03/2010 18:35:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi se lo aspettava? Lo storico regista americano Brian Yuzna (il responsabile dietro gli instant-cult "Society- The Horror" e "Re-Animator") produce un horror Indonesiano. Ecco, ogni volta che devo vedere un horror proveniente dallo stato musulmano più popoloso del mondo mi sorgono dei dubbi: l'Indonesia è probabilmente lo stato più profilico al mondo in campo horror, producendo almeno una decina di pellicole alla settimana, spesso e volentieri brutte come il peccato, con trame fatte con lo stampino (orde di adolescenti fuggono non appena vedono una kuntilanak o un pocong, che li inseguono a ruota per tutto il film), ma non appena lessi da qualche parte le sei trame che compongono questo collage di paura mi sono incuriosito: nessun fantasma (o quasi).

La produzione di Yuzna, poi, mi incuriosiva non poco.
Il budget del film è decisamente alto e regia, fotografia e recitazione sono molto più curate dello standard delle pellicole indonesiane. Purtroppo, la qualità dei sei corti presentati è altalenante. Introdotti con un incipit in computer graphica, abbastanza ridicolo, ma ad effetto, i corti cominciano a attorcigliarsi uno con l'altro, facendo impazzire lo spettatore inerte.

Il primo è decisamente riuscito e offre una storia non originale, ma decisamente ben sviluppata considerando la breve durata: un uomo uccide la figlia e un astante sconosciuto, che ha visto tutto ne ha celato il cadavere e ricatta il padre afflitto dalla colpa. Il corto, diretto in modo decisamente singolare e ipnotico (bianco e nero ,con un paio di oggetti colorati in tonalità fluo), coinvolge e si dimostra un buon inizio.

Purtroppo, però, si affonda verso la mediocrità con il passare del tempo, tra donne che vogliono punire gli amanti con la fobia degli insetti e zombie con la plastilina sul viso... le storie successive sono poco intriganti ,stanche, dirette bene ma superficiali e con finali mai all'altezza.

E poi, quando si abbandona ogni speranza, ecco che dal nulla spicca un capolavoro: è "Dara", l'episodio che chiude il cerchio. Storia di una giovane e bellissima cuoca che adesca le sue prede con la bellezza e le squarcia a colpi di motosega per cucinare deliziosi piatti prelibati. Nonostante le pesanti censure sulla violenza in Indonesia, "Dara" è un film cruento, crudelissimo. Finalmente un horror fatto come si deve, diretto con grazia ,con attori all'altezza (straordinaria la protagonista, che nel suo essere macabra e distante ricorda quasi la Eihi Shiina di"Audition") e con un ritmo che avventa le membra e non molla la presa, concludendosi in toni autoironici e lievemente inquietanti.

"Dara" è il corto che dà un senso a "Takut", film altalenante, ricco di ottimi momenti (qualche salto sulla sedia ,qualche innovazione sul genere), quanto di improvvise cadute di stile (l'episodio sugli zombie è orrendo), ma sicuramente uno dei migliori prodotti indonesiani di genere, dai tempi del bel "The Chanting".