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THE BOX regia di Richard Kelly

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matteoscarface     7 / 10  17/09/2010 10:33:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La verità è che le serie tv americane stanno decisamente soppiantando il cinema, con le loro architetture moderne, rivoluzionarie, al passo coi tempi, e spesso senza limiti imposti. Per noi italiani sembra impossibile, ma lì accade una vera rivoluzione nella tv. La tv parla alla gente, e lo fa meglio del cinema, rubandogli un posto che finora gli spettava di diritto. Pensiamo alla struttura di un Lost, o ai tabù rovesciati di Mad Men, o ancora agli orrori di Masters of horror (da quanto non si vede al cinema un episodio come Cigarette Burns? o meglio il superlativo Homecoming) passando dalla fantascienza di Fringe. Per non parlare di serie come House o pure Sex and the city dove si può nominare la parola "tumore". Siamo abituati bene, ammettiamolo. E' per questo che ora un film come The box non ci basta più. Non ci emoziona più, una volta usciti dalla proiezione ce lo siamo dimenticati. E' vero che molti momenti sono azzeccati, che ogni tanto corre più d'un brivido, che il regista si è impegnato molto (Kelly rimane comunque uno dei più interessanti in circolazione, ma per evitare di finire in un fosso con tutta la sua carriera dovrebbe smarcarsi da Hollywood e sentirsi libero, finchè può...), ma l'oblio è inevitabile. Forse perchè non ricordiamo che una serie tv ha decine di episodi per spiegare i misteri, descrivere i personaggi, allargare la storia, mentre il cinema ha si e no un paio d'ore, ma tanto non ci basta, siamo viziati. Ma c'è da dire anche che la prima parte di questo film funziona dannatamente bene, dunque le premesse c'erano eccome, peccato poi che nella seconda diventi piuttosto piatto, e neanche il finale ben congeniato riesca a salvare tutto. Eppure nonostante l'impegno e la bravura di tutti (oltre il sempre magnifico Langella, anche la Diaz fa bella figura), quello che conta è sempre una cosa sola, da anni e anni sempre la stessa, con il cinema in bianco e nero, muto, colori, col sonoro, in computer grafica, una buona storia rimane una buona storia. E' da lì che tutti devono partire.