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WELCOME regia di Philippe Lioret

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  16/03/2010 10:05:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al porto di Calais,in Francia,si ammassa ogni giorno un numero imprecisato di poveri disgraziati provenienti dai più disparati paesi del mondo.La loro terra promessa è l'Inghilterra,lontana pochi chilometri ma divisa da un tratto di mare attraversabile solo mediante un cospicuo pagamento e un angosciante viaggio in camion al limite della sopportazione umana.
Bilal,giovanissimo kurdo in fuga dagli orrori della guerra,vuole raggiungere Londra per riabbracciare l'amata Mina, ormai trasferitasi da tempo nella capitale inglese.
Impossibilitato nell' attraversare troverà la soluzione in Simon,insegnante di nuoto burbero e addolorato dalla recente separazione con la moglie.Tra i due nascerà un rapporto intenso,inizialmente dettato da una situazione reciproca di comodo,poi sublimato da una conoscenza che abbatterà ogni barriera e pregiudizio.
Simon inizialmente vede nel ragazzo un potenziale strumento per tentare un riavvicinamento all'ex consorte,donna impegnata nel volontariato e sensibile al problema dell'immigrazione.Con l'andare del tempo comprende invece il reale dramma del ragazzo,finendo con il prendersene cura e decidendo di aiutarlo rischiando in prima persona, considerate le severe leggi francesi applicate nei confronti di chi osa aiutare un clandestino.
Lioret propone un film che parla di immigrazione con maturità e senso della misura,indubbiamente crea alcune scappatoie compassionevoli per rendere più coinvolgente la storia,mostrando solo il lato più conveniente e semplicistico del fenomeno,riuscendo comunque a trasformare un rapporto improbabile in un profondo connubio di stampo quasi famigliare,come fosse una naturale interazione tra padre e figlio.
Soprattutto condanna senza mezzi termini l'operato del governo francese,mirato ad accentuare la paura del "diverso" e a scoraggiare ogni atteggiamento solidale, cercando di far comprendere quanto questi timori siano spesso infondati e frutto di un disegno politico che trae forza dal luogo comune.