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RICKY - UNA STORIA D'AMORE E LIBERTA' regia di François Ozon

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gerardo     8 / 10  09/11/2010 18:07:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ozon non si smentisce; Ozon non tradisce mai: è un genio. Ormai è uno dei pochi registi al mondo che sa frustarti in pieno volto anche quando ti racconta una favola delicata... favola per modo di dire.
A essere geniale è il suo consueto ribaltamento dei valori tradizionali delle favole e dei miti, la loro "riduzione" ad un realismo fantastico con sentito - e divertito - cinismo.
Innanzitutto i protagonisti: Katie, la "bella" della favola, è una madre sola, operaia che vive in una scatola di periferia. Il suo principe azzurro è un altro operaio, un immigrato, che lungi dall'avere castelli e cavalli, non ha nemmeno una dimora tutta sua.
Il primo appuntamento, fugace, e il relativo concepimento sono da antologia (appunto, del cinismo): l'inquadratura fissa sulle porte dei cessi della fabbrica, nel quale si sta consumando l'amplesso, lascia sospesa ogni traccia di melenso sentimentalismo e di poesia della passione.
Il fatto che entrambi i genitori lavorino in una fabbrica di prodotti chimici, le cui esalazioni sono continuamente aspirate fino al malore, aggiunge un altro tassello al ribaltamento del quadretto favolistico classico, lasciando intendere che la mutazione genetica del nascituro sia dovuta proprio alla prolungata esposizione a tali agenti chimici...
Quando al piccolo Ricky spuntano le ali, più che a un novello putto alato il neonato assomiglia ad un pollo, come dimastrano le particolari attenzioni e perplessità della mamma. Ozon si prende gioco anche dell'iconografia pagana del dìo dell'eros nel mostrare questo Cupido di periferia che svolazza libero e innocente, sbattendo furiosamente - e comicamente (altro cinismo) - il cranio contro pareti e armadi, o in affollati ipermercati tra lo stupore dei presenti muniti di cellulare con videocamera.
Cosa sarebbe Cupido nell'era dell'onnipotenza mediatica? Un fenomeno da baraccone. Ed è proprio quello che pensano di fare i due genitori del fenomenale pargolo dandolo in pasto alla famelica televisione, avvinti dalla tentazione del guadagno e a fronte della loro misera condizione di operai. Il volo di Ricky, la sottrazione della sua diversità allo sfruttamento del fenomeno (in quanto fenomeno), la sua definitiva trasformazione in putto alato - e quindi nel dìo dell'amore - lasciano alla Madre un senso di misticismo come consolazione per la perdita del Figlio. Ma sarà vera consolazione? Intanto la classe operaia mette le ali...