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IL PROFETA regia di Jacques Audiard

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JOKER1926     4½ / 10  19/08/2010 16:35:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quello di Jacques Audiard è un film che ha riscosso successo, elogiato e apprezzato dalla massa spettatrice; "Il Profeta" è un esempio di tecnica e compattezza cinematografica, in pratica da evidenziare un grande lavoro della regia con la macchina da presa, il regista riesce a trasferire molto bene le ansie del protagonista (il profeta) allo spettatore, in ciò imprescindibili gli scenari carcerari che fondono, rendono sconfinata quella maledetta area malsana.

"Il Profeta" è un viaggio nel buio, viaggio incentrato su un protagonista analfabeta e sicuramente fragile, in un primo momento, attraverso la vita della prigione, attraverso sangue e "lavoretti" incrementerà la sua esperienza e la sua competenza al servizio dei criminali.
In tutto ciò comunque è difficile notare un qualcosa di speciale e di accattivante che eleva "Il Profeta" dagli altri film del genere, anzi in questa pellicola la narrazione è fin troppo lineare e priva di passaggi originali, in linea di massima da criticare una sceneggiatura piatta; poche, veramente poche le sequenze da elogiare, magari quella dell'omicidio nella macchina, verso il finale, con l'estasi del protagonista; comunque si tratta di scene sporadiche, in lungo e in largo il film convince poco, troppa metodicità nelle azioni e specialmente nella trama.
Qui lo spettatore (sia chiaro) non assiste a nessuna storia importante e particolare, lo spettatore in pratica assiste ad una modesta e bastarda storiella di un gitano che fra un mare di botte e violenza "guadagnerà" rispetto e soldi (le solite cose, viste e riviste) con una regia quasi pro carceraria a parere prettamente soggettivo.
Manca inoltre anche quella fondamentale analisi psicologica intorno al protagonista, la sensazione è che la regia voglia giocare e mandare il film avanti fra monotonia e silenzio, prodotto a tratti veramente irritante.

Il film alla lunga annoia, quasi insopportabile, senza una buona musica e con un finale con poco pathos e dunque poco spettacolare ma soprattutto troppo ordinario e patetico; Jacques Audiard svolge il compitino di infondere un po' di "nausea" a chi guarda il prodotto ma questo è il passaggio più facile da ottenere, bisognava lavorare su altro.
guidox  25/09/2010 16:36:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
scusa se mi permetto, ma trovo un po' strani certi tuoi commenti al film...
a parte frasi come "un grande lavoro della regia con la macchina da presa", che sarebbe come dire un grande pilota con l' automobile e "in ciò imprescindibili gli scenari carcerari", che è un'altra ridondanza, visto che stiamo parlando di un film di genere carcerario che si svolge ovviamente più che impriscindibilmente in carcere, non capisco come tu faccia a dire che come sviluppo della trama questo film non sia originale, specie in relazione alle altre pellicole che trattano lo stesso genere.
potrei essere d'accordo se tu mi dicessi che altri film "carcerari" a tuo gusto sono migliori, ma io trovo ad esempio meno originali (come trama e idee, non per contenuti espressi per realizzare entrambe) film che parlano di evasioni (tentate o riuscite), rivolte in carcere, "carriera" all'interno del carcere.
invece ne Il profeta l'originalità sta proprio nel fatto che lui in galera ci entra non avendo niente ed esce essendo un pezzo grosso del crimine, intervallando il tutto con alcune uscite extra carcere.
insomma, io questo metodo che vedi te non lo trovo, fermo restando che ne vedo ad esempio ne Le ali della libertà, uno dei film più belli che abbia mai visto, perchè sfrutta comunque dei clichè ben più riscontrabili in altri film di genere.
e anche questa cosa SOLO della violenza e del mare di botte io non l'ho notata...gli arabi se li mette dalla sua parte con tutto meno che con la violenza per esempio.
e anche qui: un film sul genere, è violento intrinsicamente, proprio perchè parla di una realtà violenta; a meno che non sia un film comico che usi lo sfondo del carcere, non mi viene in mente un film dove non ci sia violenza.
sul finale invece ti dò ragione in parte, è effettivamente troppo.
ti saluto

JOKER1926  25/09/2010 18:21:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film a prescindere dal genere deve entusiasmare.
"Il profeta" e' per me troppo comune, ordinario. Hai parlato de "Le ali della libertà" e ovviamente puoi notare la diversa ed entusiasmante struttura, cioe' nonostante lo scenario (quello delle carceri) puo' venir fuori un film dignitoso e relativamente originale.
Questo discorso purtroppo e' poco attuabile con il film Audiard ove denoto moltissimi difetti e pochi pregi.
Quanto al mio stile che definisci ridondante non denoto nessuna sbavatura dialettica, sono gusti, precisamente stili. E' un fatto soggettivo magari.

JOKER1926
guidox  25/09/2010 19:17:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
benissimo, hai chiarito il tuo punto di vista, adesso ho capito cosa intendevi e giustamente il gusto personale non va messo in discussione.
piccola postilla sull'ultima tua considerazione: non è il tuo stile che ho definito ridodandante, ma solo quelle due frasi che ti ho citato nella mia precedente risposta.
la ridondanza è semplicemente una ripetizione non necessaria, un qualcosa che allunga un discorso ma che non aggiunge nulla al concetto già espresso precedententemente, appesantendolo con qualcosa di inutile che, detto alla carlona, non fa brodo bensì lo annacqua.
la dialettica c'entra poco, anche perchè il termine stesso indica l'arte oratoria e non quella scritta.
ma va bene così.
ti ringrazio per la risposta.

JOKER1926  25/09/2010 19:58:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dialettica arte oratoria che poi la trasporti negli scritti, la sostanza e' quella; comunque un saluto ad una prossima, evenutuale, discussione.

JOKER1926
BlackNight90  21/08/2010 01:36:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ghgh è sempre bello sapere gli umori della massa spettatrice, grazie del tuo operato jokey!