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IL PROFETA regia di Jacques Audiard

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williamdollace     8½ / 10  22/03/2010 09:42:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
dal tatto e dagli occhi imparare luoghi e consistenze, gerarchie e movimenti, toccare la sabbia come la neve conservando negli occhi il cielo di un nuovo finestrino, uccidi per non essere ucciso, scanna per non essere scannato, le profezie sono di visioni e di appigli e di simboli e segni, oppure solo il proprio nome, scandito scritto o sussurrato, adagio come cartelli stradali e cenni del viso, muoversi rimanere versare e poi andarsere, movimenti dell’essere immobili, sottomissioni per non sottomettersi, conquistare per cambiare padrone, cambiare padrone per essere profeta e padre, i fantasmi che sillabano temporalmente la colpa di essere vivo in quanto elemento scritto in rosso di un ingranaggio che non contempla alternative, la violenza dell’essere nato e quella dell’essere cresciuto cresce con il passare dei minuti e poi descresce e poi cresce ancora negli occhi dell’animale preda o predato, che corre per non essere fermato, da una lametta o da un parabrezza, ingoiando il sangue per non ingoiare il metallo, resistendo, con la macchina da presa assassina che indaga sorveglia pedina e poi deraglia urlando come in una cella, per difendersi e rinascere libera in questo realismo magico che sprigiona poesia anche dai muri di cemento.
LEMING  22/03/2010 09:52:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
amen
williamdollace  25/03/2010 18:09:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:)