Chiudi finestraCHI GIACE NELLA MIA BARA? regia di Paul Henreid
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NotoriousNiki 
7 / 10 28/11/2014 13:25:55
» RispondiIl triestino Henreid passato a scuola Hitchcock, diresse oltre 28 episodi della fortunata serie CBS anni '50, sente di avere le carte in regola per trasporre il soggetto di un romanzo di Rian James, tema del doppio, doppio anche il delitto, il giallo su chi li ha compiuti, in realtà Henreid fa una cosa sola ma la fa bene, tenere incollato l'obiettivo sulla Davis e la sdoppia, da questo lato pregevoli gli effetti speciali nel momento in cui le due compaiono contemporaneamente sulla scena.
Una Davis già diretta da Henreid nell'unico episodio della serie a cui ha presenziato, stimolata negli anni '60 a prestarsi ad un ciclo di opere orrorifiche, Henreid non è Aldrich, non ci va neanche vicino, piatto convenzionale, vedere la scena dello sparo, sposta l'obiettivo preoccupandosi dell'eco dello sparo anziché regalare allo spettatore l'efferatezza dell'atto.
Fervida dedizione a misurare i 2 caratteri delle sorelle, la Davis riesce anche a nascondere una mancanza di agiatezza, anzi è proprio la sua prova a mettere una pezza a tanti buchi di sceneggiatura, in altre mani ora sarebbe un classico al pari di 'Piano piano dolce Carlotta' e 'Che fine ha fatto Baby Jane?'.
steven23 28/11/2014 14:42:55 » RispondiEcco, circa la Davis questo è uno di quei film che ancora non ho visto... avevo già assistito, però, al suo sdoppiamento in "A stolen life", più vecchio di 18 anni... anche là ci sono varie scene in cui è possibile vedere le due sorelle gemelle comparire sullo schermo nello stesso momento.
Per quanto riguarda Henreid non mi ha mai entusiasmato come attore (lo ricordo in un paio di film con la stessa Davis, ma pure in Casablanca), mentre come regista devo ancora verificarlo... tra l'altro, se non erro, ha prodotto principalmente per la Tv piuttosto che per il cinema.
NotoriousNiki 28/11/2014 23:19:40 » RispondiEsempio di come è stata un'attrice perennemente in gioco, non finiva mai di sperimentare, mai legata alle major, libera da etichette, in quegli anni si adatta a qualunque palcoscenico senza timori reverenziali verso un genere che a quel tempo era poco considerato come l'horror.
Un'attrice che merita una rivisitazione completa, urge senz'altro recuperare il pre fifties che per me è ancora territorio sconosciuto.