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CENERENTOLA regia di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske

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Testu     7 / 10  15/11/2011 23:57:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mah....

......non mi trovo daccordo con alcuni pareri e relative risposte. Anche se i topi non piacevano neanche a me, ho sempre notato un alto apprezzamento delle bestiacce nel parentame femminile e bisogna riconoscere ai sorci di aver dato spunto per musichette cult. Parlado di animali noiosi Lilly e il vagabondo Biagio batterebbero tutti.

Il film sulla sguattera anche se è indirizzato maggiormente alle ragazze, lo trovo oggettivamente fatto bene. Volendo continuare il confronto, personalmente Biancaneve, punta di diamante disney, anche se ha momenti più intensi la trovo una principessa vuota, Cenerella, indifesa che fosse almeno personalità la trasmetteva, ed anche il principe della mela e più playmobil dello zitello di questa. Può suscitare fastidio e lo capisco vedere una ragazza sottomessa e zerbina, specie per i tempi attuali e contando le numerose principesse emancipate degli ultimi 20 anni, fa una magra figura, ma è la seriosa classicità di fondo il problema, molto alta nei vecchi lavori (forse troppo ma davanti al coattizzamento alla indiana jones a volte la rimpiango). Comunque nei primi lavori è voluto il lasciare il compito, oltre che di intrattenere come oggi, anche di risolvere la situazione, agli strambi comprimari. Questo per mantenere un alone di eterea purezza sui personaggi in amore. Sono figli insomma del loro tempo e... diciamocelo, nani e topi sono punti di forza. Anche se talvolta sono insopportabili, dovrebbero in teoria dare meno noia di un umano belloccio/a, almeno se il protagonista o il suo ruolo non è ispirato all'azione. Rapunzel non mi ha convinto del tutto ad esempio. Che poi questo classico in particolare possa annoiare è logico e lo condivido, ha una leggerezza rilassante in certi punti... ma che potesse tediare ben più pesantemente è certo.

Parlando di lavori peggiori poi, bisogna scendere nei sequel dei classici. Li si che c'è da piangere.