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BAMBI regia di David Hand

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Dom Cobb     9 / 10  28/09/2014 23:00:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutta la foresta è in subbuglio per la nascita di Bambi, il figlio del principe della foresta. Insieme agli amici Fiore e Tamburino, il giovane cerbiatto cresce e apprende, impara le dure lezioni che la vita ha da impartire, nel corso di una vita che, come quella di ogni altro individuo, è fatta di luci ed ombre.
Entrato in produzione allo stesso tempo di Pinocchio e Fantasia, questo Bambi esce nelle sale americane nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, quando ormai anche gli americani sono intervenuti attivamente e, dunque, nel periodo di maggiore difficoltà dello studio. Come i due classici sopracitati, ne condivide il nero destino al botteghino, e stavolta persino la critica rimane perplessa di fronte a un lungometraggio che, chiudendo la cosiddetta epoca d'oro dell'animazione disneyana, segna una vera svolta nella filmografia degli studi.
Innanzitutto, è bene notare che, a differenza di Dumbo, Bambi non è un film a basso costo, anzi: i mezzi e le tecniche utilizzate possono tranquillamente essere paragonati a quelli dei primi classici, con una maniacale attenzione ai dettagli e, soprattutto, a un realismo insolito per la Disney. Per la prima volta da Biancaneve, vengono messe da parte le fiabe, l'elemento magico e fantasioso, a favore di un approccio che a tratti si fa quasi crudo. In questo, è di aiuto anche la sostanziale assenza di una vera trama, sostituita da quell'epico, semplice ma complesso dramma che è la vita: tutte le sequenze che si susseguono sono incentrate sul protagonista, sulle varie esperienze che lo aiutano a maturare fino a fargli prendere il suo posto nel "cerchio della vita".
Una storia di questo genere richiede anche un diverso approccio nello stile animato, che di fatto si rivela la carta vincente del film: se si ripensa agli animali della foresta apparsi solo cinque anni prima in Biancaneve, si rimane sbalorditi da come quegli stessi animali qui appaiono realistici e credibili, anatomicamente perfetti e straordinariamente espressivi. Notevole è anche lo stile impressionista degli sfondi e del layout, che bilancia in modo eccellente forme vaghe e forme più ricche di dettagli, il che dona a Bambi un look unico.
Altra conseguenza dell'approccio narrativo è la costruzione dei personaggi, altrettanto anomala nella sua normalità: è sorprendente quanto viene mostrato della personalità di ciascuno dei co-protagonisti già solo facendogli vivere la loro vita. Ciò conferisce a tutti loro più sfaccettature di quanto lo potrebbe fare un'analisi psicologica alla Christopher Nolan, e anche nel giro di pochi istanti. In fondo, non c'è niente di più affascinante che osservare un gruppo di individui che affrontano le avversità della vita come chiunque di noi.
Realismo, dunque, è la parola d'ordine per un lungometraggio che, ciononostante, è in grado di elargire una buona dose di colori ed allegria, specie nella prima parte; dove si parla dell'infanzia, è quasi d'obbligo per la Disney utilizzare una vena più tenera, e anche se l'animazione rimane dall'inizio alla fine impeccabile, si tratta anche della parte che mi coinvolge di meno. Non sono veramente un fan delle scene "pucciose", e per tre quarti di film se ne fa bene o male abuso; in tali frangenti, non posso andare oltre alla definizione di "carino" e, mentre saranno per lo più i bambini a godersi maggiormente questa sezione, la già decantata qualità dell'animazione aiuta considerevolmente ad appagare gli occhi degli spettatori più adulti.


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La situazione cambia drasticamente nell'ultimo quarto d'ora, quando le atmosfere crude e dure prendono il sopravvento e si è testimoni di un concentrato di azione e suspence destinato a restare un gioiello a sé stante, quasi separato dal resto del film, quando improvvisamente lo spettacolo si fa più adatto agli adulti che ai bambini.


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Per quanto mi riguarda, se tutto il film fosse stato come quest'ultima parte, non avrei avuto alcun problema a dare a Bambi il massimo dei voti, ma anche così com'è, vale la pena sostenere i primi tre quarti pucciosi per arrivare a un ultimo quarto così coinvolgente ed aiuta sicuramente ad alzare la valutazione finale.
Poi, c'è anche la colonna sonora a fare la sua parte: qui si ritorna alla stretta interazione fra storia e musica che in Dumbo era venuta alquanto a mancare, e risulta interessante come Bambi metta in atto quella che, in fin dei conti, è nel complesso una vera e propria sinfonia della natura. Se c'è un motivo per cui la violenza e la crudezza non paiono mai eccessive, è perché esse non sono mostrate, ma solo suggerite tramite un sapiente ed intelligente uso di colori e musica; e il modo in cui la colonna sonora letteralmente "illustra" le azioni dei personaggi e le atmosfere dei vari momenti del film è semplicemente sublime. Certo, le canzoni in sé non saranno fra le migliori di casa Disney, ma anche loro servono a far calare lo spettatore in un clima che si può definire solo "naturale".


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Semplice e complesso allo stesso tempo, elegante e crudo, tenero e solenne, a tratti quasi imperioso, Bambi risulta essere un capolavoro a tutti gli effetti, forse, insieme a Fantasia, oggettivamente il migliore ad essere stato prodotto in quegli anni. Nonostante i molti momenti pucciosi, si lascia guardare con molto piacere, grazie a una sapiente alternanza di toni e a una narrazione d'impatto. La vita di ognuno, catturata nei suoi momenti più potenti.
Chapeau.