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THE CHANTING 2 regia di Mantovani Rizal

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Ciaby     7½ / 10  21/06/2010 17:27:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'Indonesia produce horror a ripetizione, arrivando persino alla trentina-quarantina all'anno, eppure, sebbene sia provvista di un'affascinantissima cultura spiritica da cui prendere spunto (forse per limiti di mezzi, ma forse anche per una preferenza all'ammiccare ai teenagers più che raccontare storie intriganti), sono ben pochi i film di genere indonesiani veramente indispensabili. Ecco che, dunque, girano senza ritegno registi come Nayato o Koya Pagayo, sempre pronti a somministrare inutili e pedestri visioni di tentato terrore, finendo nell'involontariamente ridicolo. Fortunatamente, però, c'è chi il suo lavoro lo sa fare e lo dimostra il ferocissimo e sanguinolento slasher "Macabre", un vero e proprio fulmine a ciel sereno dei Mo Brothers, e poi c'è Rizal Mantovani.

Quest'ultimo è probabilmente l'unico, vero regista di horror indonesiani (nonostante il suo curriculum preveda anche video musicali, melò, film romantici e commedie). Mantovani riesce a rendere i sui film successi commerciali in patria, ma - al contrario di tutti gli altri registi horror indonesiani- riesce a realizzare prodotti straordinari, con una tecnica impeccabile e, finalmente paurosi, in grado di scavare a fondo nel folklore locale per realizzare opere veramente efficaci e paurose.
Rizal ne sa molto di horror, e lo dimostra sia nel delirio "Comatose", dove professa indubbio amore sia per i J-horror che per gli horror nostrani anni '80 e sia in quello che è ritenuto il capolavoro della new wave horror indonesiana, ovvero The Chanting (tit. originale: Kuntilanak): un eccellente film di genere in grado di procurare veri brividi allo spettatore e, nel frattempo, offrirgli anche una storia finalmente originale e intrigante.

Essendo uno dei più grandi successi commerciali di sempre del cinema Indonesiano, "The Chanting" non poteva non essere seguito da sequels.

Torna quindi Rizal dietro la macchina da presa, mentre il ruolo di Samantha è sempre interpretato dalla stupenda Julie Estelle, una delle più famose celebrità indonesiane e scream-queen assoluta degli horror indonesiani più riusciti (non a caso è protagonista sia in "Kuntilanak" che in "Macabre").

Inutile girarci intorno: Anche "The Chanting 2" è un bel film, soprattutto per chi adora il genere horror. Sebbene inferiore rispetto al precedente, questo seguito mostra sin dall'incipit la straordinaria capacità del regista di incutere timore nello spettatore.


Un villone abbandonato (lo stesso del primo film), fatiscente, coperto di ragnatele, con specchi rotti, scale scricchiolanti. Il tutto avvolto in un'oscurità opprimente e terrorizzante. La tensione è aiutata anche dalla cura magistrale nella fotografia, tendente a colori scuri e gotici che fanno subito rizzare qualche brivido sulla schiena.

Tre bambini si aggirano per i corridoi della casa, fino a che la Kuntilanak, fantasma albino dotato di lunghi artigli, non appare all'improvviso, terrorizzando sia i bambini che gli stessi spettatori.

Rizal dà meno peso alla sceneggiatura e questo lo si nota subito, anche perchè, verso metà film, una straniante confusione narrativa comincia a prendere piede e, uno dietro l'altro, si formano anche buchi narrativi piuttosto evidenti. Ma non è questo il punto.
"Kuntilanak 2" fa paura, ossì.
Sfrutta i tipici clichè dell'horror: casa stregata, doppia personalità, rumori strani, fantasmi, sette religiose, sacrifici, riutilizzandoli però in modo assolutamente efficace. Persino una scena come quella con la Kuntilanak che appare improvvisamente in una cucina fa saltare sulla sedia, perchè realizzata basandosi sul connubio tra una regia suadente, un montaggio curatissimo, una tensione finalmente palpabile e, poi, il tipico e furbo scatto improvviso.
Insomma, Mantovani dimostra ancora di saperci fare e, superati i momenti morti puramente narrativi (i rapporti tra Sam e il suo ex) ecco che dà libero sfogo ad una visionarietà mai così feroce: sangue, riti, fantasmi. I personaggi del film sono spaesati, mentre vengono confezionati brividi mai così forti.

La regia è meno elegante e raffinata che nel primo capitolo: è furente, veloce, aggressiva. Picchia duro sui visi degli attori, indugiando anche su primissimi piani e, contando su un montaggio velocissimo che mozza il fiato.

E poi arrivano gli ultimi minuti decisivi, che sfruttano ancora una volta l'anima spettrale della casa per darci quei brividi finali difficilmente dimenticabili.
Un ottimo horror, inferiore al primo "Kuntilanak" ma incredibilmente riuscito e perfettamente realizzato dal nome di punta di questa invasione di paura indonesiana.