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SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA regia di Pier Paolo Pasolini

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elio91     9 / 10  26/01/2013 00:20:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La Storia trasfigurata in coercizione, tortura, mèrda e sangue. La depravazione di questo ultimo (purtroppo) film di Pasolini, il suo capolavoro, non è di certo quella che alcuni commenti hanno cercato di associare alla sua persona per chissà quali disturbanti motivi. Non è depravazione mostrare qualcosa di insostenibile. Non hanno voluto capire che Pasolini attua un operazione di ottima fusione tra l'ispirazione sadiana e il cinema. Depravazione sono i culi che si sostituiscono alle persone. Il sesso che diventa violenza e annullamento dell'individuo. Coprofagia forzata. Parodia della religione e del matrimonio. Il potere che diviene assoluto e compie atti abominevoli in un'atmosfera che definire squallida è un eufemismo, eppure sembra essere accettata dai personaggi ("come si chiama il tuo ragazzo?" "Margherita") tutti che non si ribellano, e se ci provano vengono umiliati, devastati ulteriormente.
Da brividi anche perché Pasolini ha catturato come in Teorema una maturità stilistica che, anche per ciò che viene mostrato in modo mai compiaciuto ma sempre esplicito, sconquassa e devasta: non si può restare indifferenti.
E a chi critica Pasolini perché sadico, depravato e quant'altro... continuano a mangiare mèrda. Non un augurio, è un dato di fatto.

Un film che piace o disgusta, o tutt'e due le cose. Difatti mi ha disgustato, mi è piaciuto. Non credo lo rivedrò mai più.


Una piccola curiosità: Haneke lo cita come uno dei suoi film preferiti a cui si rifà come ispirazione del suo cinema. Si vede.