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SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA regia di Pier Paolo Pasolini

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mac lane     1 / 10  24/06/2012 16:01:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Essendo un film tratto da un "romanzo" di un criminale malato (De Sade appunto) il film altro non poteva che essere un "opera" infarcita di violenza gratuita priva di qualsiasi morale. Penso ci sono ben altri modi di fare critica al sistema, non mostrando nefandezze simili....mi stupisco che un film del genere abbia riscosso tale successo (chiaramente successo nell ambiente underground)....stessa cosa vale per "l opera" da cui e' stato tratto...un racconto volgare, violento...ma sopratutto INUTILE...purtroppo utile solamente a chi ha una mente malata...ed oserei dire pure un racconto pericoloso...non a caso la parola sadismo viene dal nome di questo "genio".
Comunque fortunatamente il film in questione non raggiunge i livelli di violenza del racconto di De Sade...anche perche' sarebbe impossibile.
Bocciatissimi entrambi e spero vivamente che nel futuro vengano dimenticate porcherie simili!
Niko.g  25/06/2012 22:25:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Condivido dalla prima all'ultima parola. Il bello è che, se ti schifi di queste nefandezze, certi intellettuali ti danno del moralista o perbenista, che secondo loro equivale a persona ottusa e repressa. Invece, se ti ispiri a De Sade, che fantastica con bambine stuprate e poi bruciate, scuoiate, fatte a pezzi, allora rischi di passare per un genio con tanto di ricamate teorie sociologiche. Il tutto per giustificare la propria immondizia mentale, ovviamente.
mac lane  25/06/2012 23:03:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao e per fortuna vedo che qualcuno condivide le mie idee....e per fortuna...prima di vedere il film mi sono letto questa specie di racconto di De Sade...cioé una minchiata cosí la potevo scrivere anche io...a fare una lista di torture non é che ci voglia un genio...ma fortunatamente non sono malato fino a questo punto...poi la cosa sconvolgente é che qualcuno adatti questa stupidaggine di racconto in film...e chiaramente é anche sconvolgente che l "opera" di De Sade sia oggetto di studi e considerata un qualcosa di importante...ma dico io COME SI FA´!!! C é una bambina (chiamata Augustine) in particolare che fá una finaccia che solo un malato, criminale, imbecille poteva fargli fare...ed anche tutto il resto é solo un uso di parolacce, descrizione di stupri, sevizie e chi piú ne ha piú ne metta!! e questa sarebbe arte?? mah! Critica al sistema?? ahahaha questa é bella!!
guidox  26/06/2012 18:53:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
per prima cosa, a mio avviso, si dovrebbero contestualizzare un attimino le cose, visto che De Sade non è un contemporaneo, essendo vissuto abbondantemente più di due secoli fa.
poi l'opera di De Sade SOGGETTIVAMENTE può risultare anche assurda, quindi per carità, ognuno può avere le proprie opinioni e tenersele finchè vuole; ma OGGETTIVAMENTE, se non se ne riconosce l'impatto in campo filosofico, ma anche strettamente cinematografico, vuol dire negare la verità, o per superficialità o per ignoranza.
basti vedere le produzioni girano intorno alla sua figura o alle sue opere che negli anni hanno coinvolto registi e attori di fama mondiale.
quindi, il giorno che invece che di sadismo si parlerà di lanismo, potresti aver ragione affermando che minchiate del genere le potevi scrivere anche te.
fino a quel momento, credo ti dovrai accontentare di vedere opere di Bunuel e Dalì, Bergman, Pasolini, Jesus Franco...che trattano del Marchese e del suo lavoro.
buona serata.
mac lane  26/06/2012 20:56:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh io oserei dire che il racconto di De Sade OGGETTIVAMENTE e' assurdo, grottesco....non e' che puo' risultare....OGGETTIVAMENTE riconosco nelle 120 giornate di sodoma l impatto filosofico e sociale che ha avuto....anche se sinceramente il mondo non aveva bisogno di SADISMO...cioe' di qualcosa di negativo....so' che la violenza nel mondo (aime') esiste..ma penso sarebbe meglio combatterla... e non sto parlando di morte, in quanto la morte puo' essere anche non violenta. Ma infine io penso sia meglio enfatizzare autori che contribuiscano a qualcosa di positivo ed utile...poi ripeto: il racconto in questione di De Sade in mani sbagliate puo' istigare alla violenza...quale appunto il SADISMO e', una forma di violenza....il mondo non ha bisogno di nuove correnti di pensiero violente.
guidox  26/06/2012 22:48:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il sadismo prende nome da De Sade, ma è qualcosa che esiste prima di De Sade stesso, fa parte delle pulsioni insite nell'uomo.
se tu studiassi un po' il suo pensiero, ti renderesti conto che infatti il discorso a riguardo è soprattutto improntato contro il finto perbenismo della società in cui lui viveva, in rapporto anche alle libertà individuali.
ma mi rendo conto che son discorsi complessi da affrontare per scritto.
però non mi puoi dire che il racconto di De Sade può istigare alla violenza in mani sbagliate, perchè altrimenti di film come Trainspotting, Fight Club, Arancia Meccanica...che cosa si dovrebbe dire?
il mondo ha bisogno di svegliarsi, credi a me; in Italia quello che profetizzava Pasolini con Salò è già successo e sta ancora accadendo e nessuno sembra accorgersene.
ciao.
guidox  26/06/2012 19:06:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
se ti schifi di queste nefandezze nessuno ti dice niente.
il problema nasce quando, visto che tu pensi che queste siano nefandezze, ti vorresti imporre su di me solo perchè io la penso in modo opposto.
perchè si può discutere delle cose, magari anche senza convincerci l'un l'altro, ma l'errore è partire giudicando non il film, ma chi la pensa diversamente da te sul film.
e fra l'altro se ti ispiri a De Sade, OVVIAMENTE non significa che tu sia un perverso sadico; o pensi che Thomas Harry e Jonathan Demme siano dei serial killers?
buona serata anche a te.
Niko.g  26/06/2012 22:55:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Provo ad essere più chiaro.
Senza arrivare a Jonathan Demme, le stesse favole per bambini contengono personaggi malefici, assassini, violenti, ecc. quindi il punto NON è questo. Il punto è far sì che dall'arte lo spettatore che fruisce di una visione o partecipa ad un racconto, possa individuare il male, il bene ed elaborare un messaggio o cosiddetta "morale" o qualcosa che i greci, alla fine della tragedia, chiamavano catarsi. Se questo non avviene, se non c'è questa purificazione o liberazione, evidentemente si ha a che fare con qualcosa di morboso, di malsano e anche pericoloso in certi casi.
Di fronte a due ore ininterrotte di violenza, sangue, feci, urina, ecc. NON c'è possibilità di elaborare nulla, col rischio di procurarsi dei danni mentali inconsci.
Aggiungo pure che in Salò, Pasolini NON dà alcuna via d'uscita al sistema cui si opponeva, perché ogni forma di riscatto e di giustizia necessita di una morale condivisa, ma la sua utopia era una libertà senza regole morali oggettive, da anarchico quale era.


guidox  27/06/2012 23:54:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
io penso sia molto più pericoloso decidere a priori cosa debba o meno individuare, elaborare e tirar fuori lo spettatore in una qualsiasi opera artistica, fermo restando che la definizione che dai dell'arte, è una tua (rispettabilissima per carità) valutazione esclusivamente personale.
ripeto che nello specifico posso anche capire chi dice che le immagini presenti nel film possano essere forti e disturbanti, ma se non si riesce ad elaborare niente, non si arriva a capire chi siano i "cattivi", non si capisce la metafora...la colpa non è di Pasolini, ma di coloro che guardano il film, ai quali i danni mentali inconsci glieli ha provocati madre natura.
sulle ultime due righe non sono affatto d'accordo, perchè è a mio avviso è sbagliato il tuo approccio: non ha alcun senso dare via d'uscita al sistema a cui si oppone in un film che è incentrato dall'inizio alla fine sulla sopraffazione del più potente sul più debole.
quindi le conclusioni a cui arrivi sono piuttosto forzate e non tengono neanche conto che prima di avere una forma di riscatto, ci vuole che il più debole prenda coscienza della situazione.
e la strada è ancora lunga, se ancora non si riesce a capire la potenza profetica di questo film che ancora oggi è di stretta attualità...
Niko.g  28/06/2012 16:45:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guidox abbi pazienza ma la definizione di arte in rapporto al cinema non è propriamente una MIA valutazione personale. Ti rendi conto che il modello di sceneggiatura in tre atti risale ad Aristotele e che c'è una teorizzazione di successo sperimentata da secoli sulle proporzioni delle parti di un dramma? Che c'entro io? Non è che si può ridurre tutto alla soggettività. O meglio, lo si può anche fare ma se così fosse che senso avrebbero, ad esempio, i corsi per diventare sceneggiatori, dove insegnano i meccanismi narrativi fondamentali?
Con questo non sto dicendo che esiste un unico modo di scrivere un film, ma semplicemente che anche l'arte vuole le sue regole e non credo di dire un'assurdità. A questo mondo c'è anche gente che adora i film snuff e starebbe ore ed ore a guardare mutilazioni e torture. Cosa dovrei concludere con questo? Che siccome esistono questi tizi, allora uno snuff, o tutto ciò che gli somiglia, è arte?!
Guarda che in alcuni casi, saper distinguere il bello dal brutto, l'eccessivo dall'equilibrato, il costruttivo dal distruttivo, diventa quasi un dovere. Se poi non sei d'accordo su questo, allora inutile difendere Salò o le 120 giornate di sodoma. Cosa dovrebbe comunicarci il film, visto che ognuno è libero di farsi la morale che vuole? Troppo facile lasciare la risposta allo spettatore. Dopo che mi hai s*******to tutte le forme di potere, Chiesa compresa, con metafore assurde e fuori luogo, pretendo che tu Pasolini mi dia una risposta per risollevare questo mondo. Altrimenti domattina faccio un film sugli intellettuali che trombano i minorenni dentro le macchine.

Niko.g  28/06/2012 16:47:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
* spùttanato
guidox  28/06/2012 19:16:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
" Il punto è far sì che dall'arte lo spettatore che fruisce di una visione o partecipa ad un racconto, possa individuare il male, il bene ed elaborare un messaggio o cosiddetta "morale" ".

ecco, ritengo che questa tua affermazione possa essere riducibile alla soggettività, o meglio ad un tuo punto di vista sulla questione.
l'arte difficilmente vuole delle regole e non per niente sia nel cinema, che nella letteratura, che nella pittura, si susseguono correnti di pensiero spesso in netto contrasto fra loro.
non credo che il centro della questione sia la trasmissione di un messaggio che divida il bene dal male e dia una morale più possibilmente vicina all'universalità del pensiero, perchè si ridurrebbe tutto a poco più che una didascalia e ad un politicamente corretto che sinceramente impoverirebbe e non poco l'arte stessa.
e tornando al film in questione, per l'appunto mi pare che tu lo stia valutando con questo metodo sbagliato, proprio perchè non segue quelle regole di cui parli e che, ti ripeto, non esistono e che te prendi per assiomi.
correnti letterarie come l'ermetismo e il verismo, oppure il neorealismo cinematografico, non dovrebbero mai essere esistite secondo te, perchè o non fanno altro che descrivere situazioni particolari di vita reale o peggio ancora, si chiudono invece che aprirsi al lettore o allo spettatore.
il film comunica CHIARAMENTE quello che Pasolini vuol comunicare, perchè se no per esempio i voti positivi a sto film su questo sito, dati per le stesse identiche motivazioni, come te li spieghi?
perchè siamo tutti radical chic di una sinistra intellettuale che fra l'altro poteva andare di moda 30 o 40 anni fa?
e per finire le metafore assurde e fuori luogo non le vedo, perchè dei 4 poteri forti di cui parla Pasolini, solo uno (i nobili) ha perso terreno, anche se tutto sommato è stato rimpiazzato dal potere politico in senso più stretto.
sono riusciti a farci accettare di tutto come la normalità, tanto che si grida allo scandalo per la mèrda che viene mangiata nel film, proprio mentre stiamo mangiando noi stessi la mèrda nella realtà senza neanche accorgercene.
eccolo il messaggio di Pasolini: il più forte distrugge il più debole, con ogni mezzo e senza pietà.
tu fai pure un film sugli intellettuali che trombano i minorenni in macchina, anche se magari sarebbe più interessante farne uno sul presidente del consiglio che si tromba una minorenne che ruba, viene arrestata e viene fatta passare per la nipote di un alto funzionario estero; oppure facciamone uno dove chi ha i soldi, magari rubati a noi come rimborsi elettorali o sfruttando la sua posizione, non fa un giorno di galera; o un altro ancora dove il nostro governo per convivere con un altro stato indipendente e potente, si deve attenere ad esempio ai patti lateranensi.
Niko.g  29/06/2012 11:57:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Invece mi vanno benissimo i film che descrivono la vita reale, come ha fatto il neorealismo, ma la vita reale non è fatta di male assoluto. Anche in uno dei film più tristi e amari di sempre, come Ladri di biciclette, trova spazio un'umanità che vuole a tutti i costi riscattarsi ("A tutto si rimedia, meno che alla morte" è una frase del film, che dice tutto).

Che su filmscoop tiri un'arietta di sinistra radical chic non è una scoperta, ma non è una peculiarità esclusiva del sito. Tutto il movimento dello spettacolo, dal teatro al cinema, ha una forte impronta sinistroide, a volte mascherata con tratti fashion e cool, ma la polpa è sempre quella.

Facciamoli pure i film sui Presidenti del consiglio che si trombano minorenni che rubano, vengono arrestate e fatte passare per nipoti di alti funzionari esteri, ma se hai colto il senso della mia frase, Pasolini stesso, in certe situazioni squallide e di anarchia morale si trovava molto a suo agio, salvo poi prendersela con l'anarchia del potere.
La differenza tra me e te è probabilmente che a te, come a Pasolini, fa schifo il potere in quanto strumento di abusi e prevaricazioni, a me invece fa schifo l'uomo immorale, indipendentemente se abbia un potere o meno. Non mi interessano le distinzioni di classe. Chissà quanti operai e impiegati maiali esistono, che danno una pessima educazione ai loro figli i quali un domani magari rivestiranno ruoli di potere. E chissà chi è stato ad abusare di quei poveri bambini della scuola di Rignano Flaminio, che mai avranno giustizia. Non penso sia stata una comitiva di Presidenti del consiglio radunatisi per l’occasione.

Eppure, dopo decenni dalla fine del fascismo, stiamo ancora qui a dividere il popolo tra forti e deboli, a vedere il marcio solo nelle alte sfere del potere, a parlare solo di finto perbenismo ma mai abbastanza di vero permalismo, ad accettare ogni morale a patto che non ci venga imposta da qualcuno, indipendentemente se porti con sé verità e giustizia. Questa è una prerogativa di certi italiani: lamentarsi sempre e comunque dei potenti senza guardarsi mai allo specchio; pretendere giustizia senza un potere per attuarla; desiderare il benessere senza qualcuno che ce lo possa offrire; giudicare la moralità degli altri senza condividerne una.

guidox  30/06/2012 02:12:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si ma c'è una grandissima differenza nell'immoralità dell'uomo comune rispetto all'uomo pubblico, questa cosa dell' "indipendentemente se abbia un potere o meno" non sta nè in cielo e nè in terra.
se un prete, o peggio ancora un vescovo, è un pedofilo, non ha proprio la stessa valenza di un operaio che è pedofilo.
se l'impiegato Rossi del comune è un pùttaniere, è diverso da un Berxxxxxni che fa i festini a sfondo sessuale ricoprendo la carica da primo ministro.
se uno pieno di soldi ruba a tutto spiano e non fa un giorno di galera, è più scandaloso di uno che commette un piccolo furto e fa solo 6 mesi di galera.
si tratta di semplici ruoli che si hanno nella società, mi sembra abbastanza chiaro e comprensibile del perchè si parli dell'abuso di potere piuttosto che dell'uomo immorale a prescindere, che certamente non è un santo, ma non si pone minimamente a modello e non ha neanche lontanamente i mezzi e, guarda un po', IL POTERE di certi loschi figuri.
di questo passo, finirai col dirmi che Stalin e Hitler sono paragonabili a uno che picchia la moglie perchè ha il vizio di attaccarsi alla bottiglia.
non è che uno vuole vedere il marcio solo nelle alte sfere del potere, è solo che quando quel marcio c'è, più in alto vai e più puzzo senti.
e comunque ci sono tanti italiani che lavorano e che pagano le tasse (per esempio TUTTI i dipendenti di aziende private)...vieni a dirlo a noi che le nostre lamentale partono senza che ci si guardi allo specchio....e non sono le lamentele di ragazzetti giovani che vanno contro la destra o la sinistra, ma di gente che si è rotta di TUTTO il sistema politico, dei sindacati e di tutto ciò che riguarda il potere che ormai è degenerato.

Niko.g  30/06/2012 17:25:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora facciamo così. Puntiamo il dito contro il potere, Berlusconi, Monti e simili, schifiamoci del capitalismo, del consumismo e della Chiesa tutta. Esaltiamoci infine con Salò o le 120 giornate di Sodoma.
Dopodiché direi che possiamo tranquillamente suicidarci, a meno che non ci piaccia passare la giornata con la schiena piegata a lavorare la terra per procurarci da vivere, ad arare i campi con l'aratro (rigorosamente trainato dai buoi) e a difenderci con la mazzafionda da chi, quella terra, vuole rubarcela, sempre ammesso che ci abbiano fatto la grazia di poterla comprare.
Se però hai delle soluzioni più gradevoli, alternative a questo attuale sistema degenerato di cui siamo schiavi condannati, ti pregherei di suggerirmelo, perché a questo punto mi interessa. Occhio però a non toccare concetti come morale, educazione e senso civico, perché il moralista sono io.

guidox  01/07/2012 18:45:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si ma io chiamo cuori e te rispondi picche dall'inizio della discussione, di questo te ne sei accorto?
tu mi dici che a prescindere, ti fa schifo l'uomo immorale, indipendentemente dal potere o meno; io ti rispondo che invece l'immoralità è molto più pericolosa se è propria di chi detiene il potere.
questo è il punto focale del nostro dibattere su Salò o le 120 giornate di Sodoma, perchè è una spiegazione del fatto che Pasolini abbia costruito così il suo film, sulle figure che "muovono i fili" nella società.
che dovesse proporre una via d'uscita, darci una morale, dare una speranza, farci combattere questo sistema sbagliato, dove sta scritto?
se poi vuoi una mia visione sulle cose circa questo sistema degenerato te la posso anche dare, ma sinceramente non è che per formazione politica e sociale mi sono ispirato o addirittura esaltato con Salò o le 120 giornate di Sodoma, quindi non capisco cosa c'entri questo con il film in oggetto; le critiche alla politica odierna invece a mio avviso sono pertinenti sempre perchè, si ritorna lì, c'è un parallelismo di fondo con ciò che è il significato del film di Pasolini.
ah...sono anche un amante del cinema di Von Trier: mi vuoi mica chiedere se conosco qualche cura per la depressione?
Niko.g  02/07/2012 00:52:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non mi sembra proprio di averti risposto picche, anzi, riguardo alla sceneggiatura piatta del film, mi sono riferito all'efficacia di un dramma, citandoti la struttura in tre atti, Aristotele, il modello della tragedia greca, la catarsi. Visto che mi chiedi sempre "dove sta scritto", lì per esempio qualche cosina la trovi scritta, qualcosa che dopo svariati secoli ancora funziona, a cinema e a teatro. Ma a te non frega nulla, perché forse lo vuoi trovare scritto sui ponti delle autostrade o non so dove.

Riguardo, invece, al contenuto sociologico del film, il fatto che Pasolini dovesse proporci una via d'uscita non sta scritto da nessuna parte, ma altrettanto da nessuna parte sta scritto che il potere sia quello che lui intende nel film.
Ritengo che il potere, in senso lato, sia NECESSARIO, perché senza di esso come potremmo pretendere il rispetto delle regole? Quale istituzione potrebbe salvaguardare il rispetto della legge, senza un POTERE?? Nel film, Pasolini ha demonizzato le forme sane e necessarie del potere con la strumentalizzazione del nazifascismo, collocando lo svolgimento dei fatti all'epoca della Repubblica di Salò, il che mi sembra una bella paraculata, grazie alla quale ci ha ficcato dentro di tutto: capitalismo, consumismo, Chiesa cattolica.
Secondo. Il potere è qualcosa che sta in alto, ci si arriva partendo dal basso. Ecco perché dico che il senso civico, l'etica e la morale, sono le fondamenta, le premesse fondamentali per far sì che chi arriva al potere abbia i riferimenti per gestirlo correttamente, per il bene comune. Senza determinati valori etici e morali condivisi, succedono casini. Pasolini ci mostra il vaso che trabocca, ma pare non interessarsi alla lunga fase del riempimento. Quindi per me non esiste l'anarchia del potere, esiste l'uomo anarchico.
Spero che ciò che scrivo ti sia comprensibile. A me sembra di restare molto in tema e di esprimermi nella stessa tua lingua e se pensi che io ti risponda picche a cuori, credo sia un tuo problema.
Siete tutti bravi a mettere 8, 9 o 10 a questo film, salvo poi accendere i vostri iPhone, bere Coca Cola e aprirvi un conto in banca e quando uno vi fa una domanda su come poter cambiare questo sistema, improvvisamente cambiate discorso, perché "non sta scritto da nessuna parte" che chi ci scandalizza debba anche darci una soluzione. Allora io dico, ma a che càzzo serve scandalizzare? Chi vi capisce è bravo.

Niko.g  02/07/2012 12:07:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
* con "scandalizzare" mi riferisco ovviamente a Pasolini, il quale invitava ad essere eternamente contrari e a scandalizzare, perché "essere scandalizzati è un piacere e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista".

guidox  02/07/2012 12:41:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma sei serio o fai per ridere?
1- io non ti ho MAI chiesto dove sta scritto che che la struttura in tre atti sia un modello di sceneggiatura, ma ti sto chiedendo semplicemente dove sta scritto che essa sia l'unica forma d'arte accettata per fare un film del genere.
perchè te è questo che hai scritto: "Il punto è far sì che dall'arte lo spettatore che fruisce di una visione o partecipa ad un racconto, possa individuare il male, il bene ed elaborare un messaggio o cosiddetta "morale" o qualcosa che i greci, alla fine della tragedia, chiamavano catarsi".
ma non ti rendi conto che si torna sempre lì? PER TE è così, ma OGGETTIVAMENTE non è così!!!

2- mi sembra OVVIO che il problema non sia il potere, ma l'uso che se ne fa, o meglio: l'ABUSO.
e anche qui non è difficile da capire: NON PUO' ESSERCI UN ABUSO DI POTERE SE IL POTERE NON CE L'HAI.
ma secondo te questo è l'unico film che parla della tematica dell'abuso di potere nella storia del cinema?
e i registi che eventualmente hanno girato film di denuncia più o meno esplicita, sono tutti anarchici?
ma la domanda più importante da farti a questo punto è: tu ci credi all'esistenza dell'abuso di potere, o credi che chiunque lo stia esercitando in questo momento abbia senso civico etica e moralità?

3- io capisco benissimo quello che stai scrivendo, lo capisco così bene che vedo chiaramente che tu hai già un tot di risposte precostruite alle mie osservazioni (che probabilmente neanche leggi).
non raccolgo neanche la provocazione della coca cola (che non bevo perchè troppo gassata) e dell'iphone (ho un nokia), perchè come sto dicendoti dall'inizio, tu stai giudicando le persone che hanno visto il film e a cui è piaciuto, non il film in sè.
ti ho già detto che se vuoi le mie idee sul sistema da cambiare, ne ho una vagonata, se le vuoi sapere te le dico.
però continuo a non capire cosa c'entra con la visione di questo film.
poi guardando qua e là...
di Melancholia che mi dici? lì il buon Lars secondo i tuoi parametri non ha un po' esagerato sulla sua riflessione del genere umano?
e de La passione di Cristo? lì il sangue e la violenza non ti hanno dato noia?
e a proposito...mi dicevi che Pasolini era un falso e un ipocrita con questo film perchè intellettuale senza una morale che va coi minorenni.
poi però..."mi devi spiegare cosa diamine c'entra la vita privata di Mel Gibson con il ruolo del regista. Ho sempre parlato di Mel Gibson "regista", il che mi sembra la cosa più corretta da fare" (cit.).
a me sembri te il paracùlo, altro che Pasolini....

Niko.g  02/07/2012 23:28:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
no no, sono fin troppo serio.

1 - Come potrai verificare, non ho detto che la struttura in tre atti sia l'unico forma per fare un film del genere, ma ti ho voluto semplicemente far notare che scrivere una sceneggiatura, richiede comunque alcuni accorgimenti tecnici per renderla efficace (e la struttura della tragedia greca è un valido esempio). Poi che tu ed altri, troviate un capolavoro due ore ininterrotte di violenza e prodotti intestinali, senza un'evoluzione della trama, ci può stare, come ci possono stare quelli che amano gli snuff e quelli che ritengono che ogni cosa possa essere arte.

2 - "Non può esserci un abuso di potere se il potere non ce l'hai". D'accordo, ma non è necessariamente vero il contrario, cioè che dal Potere scaturisca necessariamente un abuso. Non è il Potere in sè che va condannato, ma l'uomo che ne abusa. Peccato che Pasolini non la pensasse proprio così. LUI ERA CONTRO LE ISTITUZIONI. Non so se mi spiego. Se fosse stato contro l'uomo, sarebbe stato un moralista.
E' il caso di tener presente che questo film è "unico" nel suo genere e non puoi paragonarmelo con nessun altro film che abbia affrontato il tema dell'abuso di potere, soprattutto per l'uso, diciamo bizzarro, della metafora e la cura dei dettagli.
Esiste eccome chi abusa del potere, certo. L'ho anche definito "uomo anarchico", privo di valori morali, etici e di senso civico. Cos'altro devo aggiungere che non abbia già detto?


3 - Come fai a dire che non leggo le tue risposte? Stai fuori? Ti ho sempre risposto punto su punto fin dall'inizio e, come vedi, continuo a farlo.

Melancholia è un film catastrofico in cui però ruotano personaggi di diversa connotazione. La protagonista rappresenta lo stato d'animo del regista, ma c'è spazio anche per un alter ego come Claire e per altre caratterizzazioni psicologiche. C'è insomma, un certo respiro e un certo pathos, pur nella tragicità dell'evento.

Riguardo a Mel Gibson, mi avevano fatto notare che Gibson venne arrestato in stato di ebbrezza imprecando contro gli ebrei. Ovvio che, se lo stesso Gibson avesse fatto un film contro le bevande alcoliche, allora avrei tirato in ballo l'uomo Gibson. In quel contesto la vita privata non era pertinente col film. La passione di Cristo è un evento storico e la presenza del sangue è giustificata dalla descrizione di tale evento doloroso, coerente col soggetto del film. Tuttavia il perdono di Cristo è un fatto non meno "violento" delle percosse subìte. E' il riscatto, la catarsi finale, che spero tu abbia colto.

Mi chiedi di nuovo che cosa c'entra il film con il trovare un modo per cambiare la società.
Penso che quando si ha a che fare con un intellettuale come Pasolini, che ti presenta un film del genere, diventi naturale fare un'analisi che vada oltre la pura constatazione dell'esistenza del male. Altrimenti meglio vedersi un horror, che dici?
Nel momento in cui trovi una chiave di lettura sociologica, diventa implicito il pensare ad un modello di società priva di quel Potere che tanto turbava Pasolini. Poi, se a te non scatta nessuna riflessione di questo tipo, non sarò certo io ad importela. Vorrà dire che ti è sufficiente condannare il potere, la Chiesa e il capitalismo ed essere "eternamente contrario" ad ogni forma di istituzione-potere. Pasolini sarebbe fiero di te.


guidox  03/07/2012 02:10:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
penso che ormai ci siamo detti tutto, quindi a ciascuno il suo.
chiudo dicendoti che questo film di Pasolini l'ho apprezzato proprio per come descrive metaforicamente il potere deviato e per come osa rappresentarlo (stiamo pur sempre parlando di un film del 1975).
non è solo una constatazione dell'esistenza del male, ma anche il sottolineare l'inettitudine e l'indifferenza delle persone che questo male lo subiscono, senza neanche un accenno di minima presa di coscienza.
è su questo che volevo discutere, viste anche le motivazioni di questo voto date da tal mac lane, che ha fatto partire la discussione, ma sinceramente quando si è così fermi sulle proprie posizioni, diventa pressochè inutile.
le riflessioni di cui parli tu mi sono scattate all'incirca un miliardo di volte, ma non alla visione di questo film, visto che, ho perso la voce a suon di dirlo, non si pone neanche lontanamente l'obiettivo di far riflettere lo spettatore su un modello alternativo di società.
insomma suvvia, sei riuscito a dire che in Melancholia c'è un certo respiro (???) , quando si sta parlando dell'estinzione di TUTTO il genere umano...e però lì una riflessione di quel tipo sulla società non ti è venuta.
secondo il tuo parametro interpretativo, in pratica, fai le pulci alle critiche di Pasolini al potere, ma poi non ti scomponi se la soluzione è un bello scoppio del pianeta Terra?
Don Zauker sarebbe orgoglioso di averti al tuo fianco al posto di Koros.

ti saluto, è comunque stato un piacere.
Guido

Niko.g  03/07/2012 20:09:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Innanzitutto mi scuso se a volte ho usato un tono acido nelle fasi "calde" della discussione...
Resto del parere che la denuncia attuata da Pasolini con Salò, distorce ideologicamente il concetto di autorità e di potere, attraverso strumentalizzazioni e metafore di pessimo gusto.
Melancholia parla di altro e sinceramente, pur nel suo nichilismo e pessimismo, lo inquadro in ottica soggettiva. L'autore si rispecchia in Justine e ne fa una sorta di proiezione di sé stesso, del suo malessere interiore e della sua depressione, senza invettive di natura sociologica.

Anche per me è stato un piacere e in ogni caso, penso sia importante confrontarsi su certe tematiche.

Ciao.

Niko


mac lane  26/06/2012 23:21:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perfettamente daccordo con te riguardo la tua affermazione
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  02/11/2015 13:30:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vabbe' vi rispondete da soli...non avete proprio alcun mezzo morale e intellettuale per parlare di questo film e lo sapete