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SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA regia di Pier Paolo Pasolini

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Invia una mail all'autore del commento ciaco63     9 / 10  13/04/2009 08:55:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Voglio iniziare il mio commento partendo dall'aspetto della violenza (violenza del messaggio e violenza delle immagini) vista nel film: violenza gratuita o violenza necessaria? In questo film la violenza rappresenta gioco forza, ncessariamente, l'essenza martellante sia in termini di immagini che di messaggi insiti in esse. Il film andava fatto cosi' e non in altro modo se vuoi mostrare la crudeltà estrema dell'uomo atteggiato a mo' di Potere assoluto sul destino e le vite degli altri. Credo che in questa sua opera, discutibilissima e scioccante per certi versi, Pasolini abbia voluto dare il segno di cio' che puo' essere considerato come antitesi del bene e che potenzialmente l'Uomo è capace di mostrare nelle sue estreme esternazioni. Aggiungo infine che la nostra cultura letteraria, inebriata molto delle opere di Dante e in particolare del suo 'Inferno' aveva bisogno del messaggio di Pasolini il quale, io penso, abbia voluto scardinare le dinamiche dell'Inferno dantesco con la forza delle immagini e del messaggio che afferma con amara determinazione, laddove sia presente ogni forma di Potere, una forma di ineluttibilità della violenza (di tutti i tipi) drammaticamente senza speranze ..senza un Paradiso di salvezza! E' la storia del mondo che ce lo insegna!