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SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA regia di Pier Paolo Pasolini

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  06/03/2008 12:52:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono sconcertato più che dal film stesso, dalla superficialità con cui è stato interpretato da diversi utenti.
Il film "pecca" di estremismo, di perversione sessuale, ma il sesso di Pasolini è la sua estetica narrante a cui più è affino, ed in particolar modo in questa pellicola non è altro che la metafora della vita, e della sua dignità soffocata di conseguenza.
Questa grandiosa allegoria di caratteri storici è il testamento intelligente di una rappresentazione altrettanto intelligente dell'umano e il disumano, del naturale e l'innaturale, come l'uomo la donna, le feci ed il sesso, tutti elementi ambivalentemente interpretabili nell' uso e nel consumo.
Un viaggio allegorico nell' inferno, nell'abuso di quel potere che può condurre la brama ed una specifica ideologia, anche politica.
Se da comunista Pasolini fece riferimento in particolare al fascismo, o al regime Hitleriano, dove tutto può essere collegato metaforicamente ai lager nazisti e a quello che succedeva all'interno di essi, condanna in ogni modo qualsiasi forma di potere capitalista, il film quindi può essere contestualizzato in qualsiasi epoca e frangente politico/sociale.
Fotograficamente splendido, è un vero capolavoro da vedere e rivedere, altrochè solo per stomaci robusti.
Zero00  10/04/2008 23:51:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' interessante la tua lettura, se non fosse che credo limitativo parlare di "potere capitalista" e di riferimenti al regime nazista.
La condanna è per il potere, metafora del sesso, e se di capitalismo vogliamo parlare forse è meglio parlare di "modernizzazione neocapitalista", in pratica omologazione sociale. Se prima il sesso per Pasolini era metafora della sacralità primitiva dell'individuo, con Salò diventa obbligo sociale. Per Pasolini viviamo in un nuovo fascismo (da qui l'ambientazione in epoca fascista, ma con un regime sul punto del collasso) omologatore, che agisce all'interno dell'individuo (e non all'esterno, tramite la repressione armata), un potere in grado di istituzionalizzare persino la perversione! Scusa per la risposta lunga ma quando si parla di Pasolini perdo la cognizione di tempo e spazio :)
Invia una mail all'autore del commento wega  11/04/2008 12:55:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' molto più interessante la tua risposta, mi devi scusare ma io sono uno di quelli a cui ha interessato esclusivamente il lato tecnico di un film, e non sono ancora allenato per la lettura e l'analisi delle tematiche, ma mi rendo conto che è una vera e propria castrazione nel giudicare un'opera questa cosa.
Ok comunque grazie mille...alla prossima, ciao.
Zero00  11/04/2008 14:41:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me è il contrario, non ho mai avuto una preparazione sul lato tecnico (diciamo da autodidatta) quindi mi concentro molto sul contenuto (quando è possibile). Alla prossima, ciao
Invia una mail all'autore del commento wega  11/04/2008 17:27:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
uohououh calma...mica c'ho una particolare preparazione sul lato tecnico, per questo mi interessa molto il linguaggio cinematografico e ci studio in maniera particolare.
Sto cercando di fare tipo un database da aggiornare ad ogni film che vedo ed ordinato per annata circa appunto sul tipo di sceneggiatura, su particolari movimenti di macchina, se in un dato anno era una novità l'uso di una qualsiasi cosa etc..per riuscire ad avere(ma chissà quando) un quadro il più possibile completo, proprio per una valutazione il più oggettiva possibile. Ma per ora è cartaceo in fogli ultravolanti...ciao.