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SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA regia di Pier Paolo Pasolini

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Invia una mail all'autore del commento piernelweb     3 / 10  29/11/2007 21:47:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto ad oltre 30 anni dalla sua uscita nelle sale, l'ultimo film del Pasolini regista è faticosamente distinguibile da una qualunque moderna pellicola porno feticista di amatoriale livello. Le metaforiche allusioni ad una società contemporanea dedita alla completamenta mercificazione dell'individuo divengono facili pretesti per mostrare con occhio compiaciuto ogni sorta di perversione e violenza gratuita. Lo scontato pessimismo dell'autore, enfatizzato dai toni grotteschi della narrazione, da un deviante perseguimento del libero arbitrio e ad una deumanizzazione esasperata, non riesce a rapportare l'opera ad un contesto compiuto nè a ad affondare veri colpi bassi in maniera credibile ad una qualsivoglia entità sociale. L'attacco al potere e ad ogni forma di sopraffazione, debole e generalista, finisce con il somigliare molto più una ribellione maldestra alle regole dell'etica e alle convenzioni morali. Il film che ha una nutrita schiera di sostenitori, anche tra i critici, è divenuto un (s)cult soprattutto per via della sua ostentata volgarità e truculenza.
amterme63  29/11/2007 22:14:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai confuso il mezzo con il fine. Pasolini ha utilizzato il sesso sempre e solo come metafora, come via privilegiata per scoprire i misteri dell'animo umano. Lo ha fatto sempre appoggiandosi a opere letterarie proprio per dimostrare che non era una sua ossessione, ma un mezzo espressivo sempre usato in tutte le epoche. Tu pensa a Boccaccio, alle Mille e una Notte, a Chaucer. Qui si appoggia a Sade, il quale è un pilastro della nostra cultura, perché ha saputo esprimere una parte importante dell'animo umano che ogni tanto si fa viva nella storia. Il POTERE, la BRAMA DI POTERE è il vero oggetto del film, non il sesso o la perversione in sé. Le umiliazioni, le torture, gli stupri, i racconti e le scene raccapriccianti sono l'espressione più veritiera e efficace possibile di questo demone che ci travaglia dall'alba della civiltà. Purtroppo la realtà sia presente che passata ha offerto abbondanti prove, anche a livello politico, di questa parte oscura. Pasolini poi sa trattare questa materia e fa in modo di farci apparire i sadici come delle persone meschine e ridicole e quindi a farci provare orrore e non partecipazione a quello che fanno. Un coraggio del genere è rarissimo da vedere e va senz'altro a suo onore. Bisogna essere consapevoli di tutto anche del peggio che alberga nell'animo umano. Purtroppo è così e non si deve incolpare Pasolini per questo.
Invia una mail all'autore del commento piernelweb  29/11/2007 22:31:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio per la corposa risposta. Il punto è che il fine del film è abbastanza evidente (oltrechè abbastanza banale), ma è la grammatica filmica che Pasolini utilizza a non convincermi, e a portarmi a leggere sottotracce di altra natura.
Invia una mail all'autore del commento wega  06/03/2008 12:57:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ha già esposto esaurientemente l'utente Amterme, per quanto riguarda le moderne pellicole amatoriali..non so se hai notato la fantastica fotografia di questo film.
Invia una mail all'autore del commento piernelweb  08/03/2008 19:28:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì la fotografia è discreta, il resto fa decisamente pena
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  02/11/2015 13:38:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah ecco (ultima frase) non "per la crudelta' insita in tutti noi, o per la subordinazione del potere" tu si che hai capito tutto sei un genio!!! Ma vai a raccogliere pomodori...