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TEOREMA regia di Pier Paolo Pasolini

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Mpo1     8½ / 10  03/04/2019 00:54:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attaccato dalla Chiesa cattolica per la sessualità esplicita (ma il film è piuttosto casto nelle immagini, soprattutto se confrontato con le opere successive dell'autore) e processato per oscenità, in realtà "Teorema" vede proprio nei suoi aspetti psicologico-sessuali il maggior motivo di interesse, mentre la parte più politico-religiosa può suscitare qualche perplessità. Se fosse la storia della liberazione sessuale di una famiglia a opera di una sorta di angelo pansessuale (ho letto una recensione in cui si diceva che il pacco di Terence Stamp è il vero protagonista della pellicola…), forse sarebbe molto più interessante. In realtà, pare che per Pasolini l'ospite misterioso rappresenti il "sacro" e le reazioni dei membri della famiglia all'incontro con lui simboleggino l'incapacità della "borghesia" di vivere il sacro nel mondo moderno, per cui ognuno scopre qualcosa di se stesso ma non riesce a viverlo pienamente: così la figlia diventa catatonica, Il figlio si dà all'arte ma ritenendosi un incapace e un mistificatore (il figlio è la figura più autobiografica del film, e i suoi tormenti personali e artistici rispecchiano in parte quelli di Pasolini, anche se alcuni elementi dell'autore si possono ritrovare anche negli altri personaggi; inoltre, nelle opere del figlio si può anche vedere una critica del regista ad alcuni aspetti dell'arte contemporanea), la madre cerca finalmente di vivere liberamente la propria sessualità ma è oppressa dai sensi di colpa (che, oltre a trasparire dal suo atteggiamento, sono evidenti quando alla fine entra in una chiesa), il padre si libera dai suoi averi ma finisce a gridare nel deserto… Sorte diversa sembra capitare alla serva, che torna al paesello a compiere miracoli. Si tratta della solita idealizzazione pasoliniana del sottoproletariato, contrapposta all'odio verso la borghesia, radice di tuti i mali; una contrapposizione che, se oggi appare totalmente anacronistica, già allora poteva sembrare poco lucida. Comunque, il film è riuscito al di là delle intenzioni dell'autore: è abbastanza criptico da dare allo spettatore una certa libertà di interpretazione, riuscendo poi a creare un'atmosfera sospesa e ipnotica (pochi sono i dialoghi), con vari momenti notevoli (pensiamo per esempio al finto film muto dell'inizio). Mi sembra di aver scorto qualche influenza di "Deserto rosso" di Antonioni. Per me comunque la prima metà (dominata dal fascino di Stamp) è migliore della seconda (la parte con la serva ovviamente è quella che mi piace meno). Il fatto che un personaggio maschile sia il comune oggetto del desiderio (sia femminile che maschile) è certamente una rarità in un cinema italiano abituato all'esaltazione della figura femminile. Perfetti gli attori, con Stamp e la Mangano che hanno la migliore presenza scenica. Tra le figure secondarie, un giovane Carlo De Mejo (figlio di Alida Valli e futuro interprete di horror fulciani) è il ragazzo biondo che la Mangano abborda per strada.
In breve, uno dei migliori film di Pasolini.