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UCCELLACCI E UCCELLINI regia di Pier Paolo Pasolini

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JOKER1926     7 / 10  02/04/2014 20:18:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pensatore del novecento, Pier Paolo Pasolini, ha avuto sempre una visione estrema delle cose, alle volte persino contradditoria. Acclamato per la sua demagogia fondava e fonda il suo successo di pensiero grazie alla sua trasversalità di concetto, nel bene e nel male. "Uccellacci e uccellini" è un film che lo rappresenta fortemente.

Nel cast di questa produzione degli anni caldi, quelli che precedono le sanguinose rivolte di fine anni sessanta, compare il nome di Antonio de Curtis.

"Uccellacci e uccellini" vive quindi in due grandi firme, artisti lontani (Pasolini e de Curtis) ma legati ad un film che ancora oggi fa parlare di se. Gran parte, o forse la totalità, del progetto del 1966 poggia su un disegno ideologico, in ballo i concetti del comunismo con tutti i suoi interpreti, nel film il riferimento a Togliatti diventa ben presto chiaro e forte.
Nel contesto scenico adoperato da Pasolini un ritratto di un'Italia di altri tempi; le vicende sono incentrate intorno a due personaggi, padre e figlio, accompagnati da uno stravagante corvo parlante; il percorso intrapreso dalla combriccola è vago e assai incerto; la strada appare infinita, essa forse si poneva e voleva immolarsi come rappresentazione di una ascesa spirituale che si consuma ahimè fra tentazioni e rese (di idee).

"Uccellacci e uccellini" è il preferito di Pasolini esso è un film che si avvale più di una comicità spensierata che di una rovente drammaticità, a ritmo alternato pennella le vie della discussione, con Pier Paolo Pasolini, ossia con chi adopera la camera secondo concezione personale, è facile imbattersi con significanti che a livello numerico abbattono pure i significati e la proiettività degli stessi. Ovvero Pasolini non sempre con "Uccellacci e uccellini" vuole catechizzare fino alla fine, alle volte si ferma alla simbologia, lo spettatore dovrebbe poi, in un secondo momento, far sua la cosa.

Il corvo e la prostituta le bandiere della debolezza (più desolante che drammatica) di un popolo; gli uccelli, quelli piccoli e quelli grandi (gli uccellacci) membri di una società che partendo dagli stessi concetti religiosi tende a distaccarsi e ad andare avanti con l'uso della prepotenza. Il film ha una portata politica e sociale. Difficile apprezzarla in toto (il riferimento è generico non al film) per via dell'aggressività dell'autore, una sorta di dittatore contro la dittatura; i passaggi del pensiero di Pasolini sono spesso aggressivi e fuori logica ma in "Uccellacci e uccellini" la critica personale è in effetti più pacata e silenziosa. Parola alle scritte, agli animali e all'immagine, tutto senza clamorosi eccessi.