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THE HOUSEMAID regia di Kim Ki-young

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Tumassa84     9 / 10  26/02/2011 04:24:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sebbene negli ultimi venti anni il cinema coreano si sia rivelato uno dei più interessanti e prolifici del mondo, più indietro nel tempo non aveva saputo regalarci moltissimi capolavori. Il motivo è essenzialmente da ricercarsi nell'oppressiva situazione socio-politica della Corea del Sud, le cui prime elezioni democratiche risalgono solo al 1987, mentre il primo presidente civile e non appartenente alle gerarchie militari al 1992 (salvo brevi parentesi di democrazia tra la fine della guerra mondiale e il 1961).

The Housemaid, però, è uno di questi pochi capolavori. Un film crudo e cinico che sa mettere a nudo la pochezza della mentalità piccolo-borghese, e più in generale la natura umana nelle sue pieghe più sinistre e meschine. Uomo che tende a far valere la legge del più forte e a schiacciare il più debole, come fanno per esempio i due bambini, personaggi molto importanti. La sorella, infatti, è zoppa e per camminare ha bisogno delle stampelle, ma il fratellino non esita ad approfittare di questa situazione e a deriderla, quasi a torturarla. Mentre la sorella, dal canto suo, forte di una posizione sociale più forte della domestica tratta quest'ultima con disprezzo. Per non parlare di come marito e moglie trattino la domestica: Dong-sik prima la possiede e poi, dopo averla fatta abortire, la ripudia e l'abbandona lasciandola quasi morire di fame. La moglie, invece, tenterà addirittura di avvelenarla.

Ma oltre la natura umana dello homo homini lupus , The Housemaid è un film che tratta anche della disintegrazione di un nucleo familiare e delle sue certezze. Certezze basate su una mentalità superficiale e materialista, come si evince dall'importanza data all'acquisto del televisore per poter essere l'unica famiglia del vicinato a possederlo (e quindi la più felice). Ma l'imperfezione si insinua sin dall'inizio in questa famiglia falsamente perfetta: i topi che si intrufolano in casa ne sono un esempio, ma anche il fatto che la bambina sia storpia o che il fratello sia crudele con lei e indisponente coi genitori. L'elemento di disturbo si manifesterà poi in maniera più evidente con l'arrivo prima dell'allieva di piano, che minaccia di inscenare uno stupro, e poi della domestica, il vero elemento destabilizzatore. Da qui in poi il film si avviluppa in un vortice di violenza, di crudeltà e di follia sempre più senza via d'uscita, fino al tragico epilogo.

L'espediente finale della storia nella storia, che ci restituisce vivi e felici i protagonisti della vicenda, è un evidente modo per alleggerire la pellicola, magari agli occhi di censori che non avrebbero accettato una storia così crudele e anticonfuciana nel mostrare la fragilità dell'istituzione famiglia, se non inquadrata in un mondo di fantasia. D'altro canto, però, si può prestare anche a un'interpretazione molto più perfida; ovvero che la terribile vicenda a cui abbiamo assistito è perfettamente calzante anche in una famiglia all'apparenza felice e rispettabile, la quale in realtà è fragile e possiede già in sé tutti gli elementi necessari per l'autodistruzione. E in effetti, l'espressivo gioco di sguardi prima che Dong-sik si rivolga direttamente agli spettatori, farebbe intendere proprio un'interpretazione di questo tipo.