Zero00 8½ / 10 22/06/2010 10:12:50 » Rispondi Mamma Roma è il secondo film di P. P. Pasolini, ad un anno di distanza da Accattone. E, in un certo senso, è l'evoluzione tematica dell'opera prima del regista romano. E' la storia di Mamma Roma, una prostituta affrancata dopo il matrimonio del suo magnaccia, che tenta di ricostruirsi una vita lontana dalla strada e dalle borgate, una vita da piccolo-borghese per lei e per suo figlio sedicenne, Ettore. Una tensione verso una classe sociale che però è lontana anni luce dalla loro, quasi una discesa verso gli inferi, come fanno intuire i versi danteschi recitati in carcere verso la fine del film. Cos'è per Pasolini infatti questa tensione al cambiamento sociale se non una forzatura, una negazione degli istinti animaleschi che osservava con rimpianto? Un simbolo della perdita di una condizione primitiva che non può portare ad altro se non alla pazzia e alla morte? Mamma Roma cerca il riscatto. Lo fa proprio attraverso il figlio, bruciando le tappe di una trasformazione forse negata nei principi, perchè Ettore non vuole cambiare, non può, e la storia d'amore impossibile con Bruna è simbolo di questa impossibilità. Attraverso l'affrancamento del figlio, il personaggi di Anna Magnani, intensissima perchè, per volere di Pasolini, lontana dal tipo di interpretazione che aveva caratterizzato la sua carriera (e la scelta della Magnani fu quasi imposta al regista, che ad ogni modo la considerò fallimentare) cerca di affrancarsi dal proprio passato che, come vedremo, la seguirà senza lasciarle scampo. Lo fa però con metodi borgatari, sintomatici della sua vera condizione. Per questo la tragicità del suo sguardo proiettato verso il quartiere in cui credeva avrebbe trovato la felicità bastana, più di mille parole, a descrivere un fallimento, personale ma allo stesso tempo sociale (perchè la colpa e sua, dice in uno dei monologhi/dialoghi più belli del film, come in passato era stata dei suoi genitori e dei genitori dei suoi genitori).
Un film magnetico, questo, molto meno statico di Accattone e non meno tragico, intenso quanto l'interpretazione della protagonista. Non di certo il migliore di Pasolini ma una prova ancora strettamente lagata alla sua visione dei Ragazzi di Vita. Pier Paolo scelse, per accompagnare alcune scene chiave del film, le musiche di Vivaldi: concerto in do maggiore e concerto in re minore. Una scelta azzeccata visto la natura "popolare" di queste musiche.
baskettaro00 22/06/2010 15:17:33 » Rispondi Sei sicuro che Pasolini fosse romano? A me non risulta...
Jellybelly 22/06/2010 15:20:06 » Rispondi In effetti Zero ha avuto un lapsus: Pasolini ha vissuto a lungo a Roma, dove insegnava; era però romagnolo.
Zero00 22/06/2010 16:05:51 » Rispondi No, nessun lapsus, l'ho scritto a posta: Pasolini è nato a Bologna, cresciuto in Friuli e vissuto a Roma. Ma Roma è stata non solo la sua città per molto tempo ma città della sua "resurezione" e città-simbolo della sua poetica.
baskettaro00 24/06/2010 09:59:12 » Rispondi Ah,adesso ho capito.Però non è di facile comprensione!!!
Zero00 24/06/2010 10:20:36 » Rispondi Spero che ora lo sia ;)