Goldust 3½ / 10 24/08/2015 17:34:38 » Rispondi Da zero a dieci è la cartina di tornasole dei lavori di Ligabue perchè contiene tutti quei luoghi comuni e quelle banalità che, in campo musicale, ne hanno decretato il successo presso il grande pubblico. Gli amici del bar, la nostalgia per il passato ed altri episodi del genere però non bastano più all'improvvisato regista, questa volta si alza il tiro per parlare di omosessualità, di male di vivere e della strage di Bologna, perdendo di vista l'unica vera storia da dover sviluppare, la sola alla sua portata: il bilancio esistenziale di un gruppo di ragazzi mai veramente cresciuti che deve fare i conti con l'impietoso scorrere del tempo ( fallito anche questo visto che, stando ai voti, sembrano tutti essere soddisfatti della propria vita). Il film si riduce quindi ad essere un enorme videoclip, parte male senza tante spiegazioni, procede per inerzia senza destare praticamente mai interesse e senza introdurre adeguatamente le ragazze co-protagoniste, mette in fila situazioni grottesche ed altre imbecilli, si affida ad un manipolo di attori terribili mal scelti anche nei ruoli, dove il più virile ( e anche il meno peggio ) di tutti, Pierfrancesco Favino, finisce con l'interpretare un improbabile omosessuale.
Tutta la sequenza della corsa automobilistica è poi di un'idiozia palese: Libero comunica agli amici del suo "compleanno" con un post-it sullo specchio della camera, se ne accorge con clamoroso ritardo il solo Giove - strano, è stato in camera tutto il giorno a copulare! - che capisce tutto e si precipita, senza dire niente agli altri, al circuito di Misano. La ragazza che lo accompagna ci spiega che la corsa è clandestina, ma al circuito ci sono migliaia di persone, fuochi lungo tutta la pista, tamburi festanti ed il maxischermo in funzione.. Invece di andare alla ricerca di Libero per dissuaderlo dall'impresa i nostri chiedono prima il permesso al capoccia dell'evento, che li manda a quel paese, poi si attaccano impotenti alla ramina del circuito e sperano vada tutto bene. Qui la tragedia si compie, ed il montaggio alternato - quasi ipnotico - che l'accompagna grida vendetta.. Ora, non che il finale tragico stoni con il resto del racconto, però essendo questo il passaggio cruciale del film che venga almeno costruito con un minimo di accuratezza in più.
Un pastrocchio di rara bruttezza. Da zero a dieci metto tre e mezzo.